Croce rossa, mozione in consiglio per il volontariato
FOLGARIA . «Deve essere permesso ai dipendenti del comitato locale altipiani della Croce Rossa di svolgere attività di volontariato per l’associazione. La perdita del loro contributo sarebbe...
FOLGARIA . «Deve essere permesso ai dipendenti del comitato locale altipiani della Croce Rossa di svolgere attività di volontariato per l’associazione. La perdita del loro contributo sarebbe insostenibile per il territorio»: a dirlo, da Insieme per l’altopiano del futuro, sono i consiglieri di Folgaria Maurizio Toller e Ivano Cuel, che al riguardo hanno presentato una mozione. Tutto parte dalla lettera aperta della Croce Rossa Italiana locale con la quale si comunicava che una legge dello Stato vieta ai dipendenti di svolgere qualsiasi attività di volontariato per l'associazione per la quale lavorano: si tratta di 15 persone oltre ai 120 volontari che garantiscono con continuità e dedizione il servizio. «I dipendenti nel 2017 – argomentano Toller e Cuel – hanno offerto ben 11.000 ore di volontariato a copertura dei turni di emergenza, giornate fatte di sabato, domenica, di notte, coprendo tutti i buchi che i volontari non riescono a soddisfare, dimostrandosi quindi indispensabili. Persone che assieme a tutti i volontari garantiscono alle nostre comunità qualcosa di straordinario che spesso sottovalutiamo, ma con questa legge nasce una fortissima difficoltà. È come se venisse a mancare un mese all'anno. Per una pura follia legislativa si mette in crisi un sistema che funziona benissimo da più di trent'anni, con il rischio di non avere durante la notte o i giorni festivi un'ambulanza per le richieste di intervento urgente. I dipendenti stessi si sentono impediti nello svolgere volontariato nell'associazione che ha dato loro un lavoro. È una legge sbagliata, ingiusta, penalizzante soprattutto per zone come le nostre lontane dalla città, oltre a impedire la scelta di dove donare il proprio tempo libero». Per questo si chiede a sindaco e Giunta ad attivarsi con la Provincia e gli organi competenti presentando i documenti che dimostrano il monte ore che verrebbe a mancare senza altra possibile soluzione, a opporsi attraverso tutti i canali possibili all’applicazione della legge, a coinvolgere gli enti pubblici limitrofi per un’azione di forza collettiva fondata sul diritto alla salute e alla qualità della vita. (m.cass.)