«A Mori 50 giorni per avere risposte alle interrogazioni»
Il M5s ha calcolato i tempi dell’amministrazione comunale sui propri quesiti «La tolleranza per legge sarebbe 15 giorni, sanzioni a chi non rispetta le norme»
MORI. Cinquanta giorni abbondanti: è la media dei tempi di risposta nel corso dell’attuale legislatura da parte dell’amministrazione comunale di Mori alle interrogazioni del Movimento 5 Stelle, quando i limiti previsti dal regolamento sarebbero di quindici giorni. E cinquanta giorni è una media largamente per difetto, perché comprende solo le 26 interrogazioni a cui è stata data risposta scritta; oltre alle risposte orali che non sono state conteggiate nella media, ci sono poi cinque documenti ai quali non è mai (o non è ancora) stata data risposta, rispettivamente da 375 (stabilità vallo-tomo), 214 (monitoraggio diedro), 117 (proprietà comunali utilizzate da privati), 107 (danneggiamento copertura cimitero) e 58 giorni (foia): aggiungendo questa “sporca cinquina”, la media, ammettendo e non concedendo che la risposta arrivasse oggi, salirebbe a settanta giorni abbondanti. È ben vero che il lavoro di un sindaco e di un assessore non può essere quello di passare il tempo a rispondere a interrogazioni, peraltro a volte complesse e non necessariamente pertinenti, ed è chiaro che il problema non riguarda solo Mori (basta guardare alle dinamiche in Provincia per trovare una situazione analoga), ma effettivamente il problema esiste e i pentastellati moriani, norme interne alla mano, chiedono “giustizia”, sotto forma di sanzioni agli assessori che non rispettano i termini.
La proposta è quella di integrare con una “pena” il regolamento del Consiglio comunale. Regolamento che, attualmente, all’articolo 18, recita: «Il consigliere può formalmente chiedere che la risposta alla propria interrogazione venga data per iscritto. In tal caso il sindaco o l’assessore competente forniranno la risposta scritta entro il termine di 15 giorni dalla data di presentazione», con comunicazione al civico consesso nel corso della prima seduta utile immediatamente successiva. Nel corso di questa legislatura le risposte scritte hanno sforato tale termine per la maggior parte delle volte: «Il lavoro di controllo delle minoranze – argomentano i 5 Stelle Renzo Colpo e Nicola Bertolini in un’apposita mozione – vive ed è possibile anche grazie all’utilizzo di questo strumento. L’atteggiamento degli assessori competenti, inadeguato nel rispetto delle regole istituzionali, offre un cattivo esempio per i cittadini che invece molte leggi le subiscono. Come rappresentanti delle istituzioni siamo tenuti a rispettarne per primi i regolamenti». Tutto ciò premesso, i pentastellati chiedono al Consiglio di impegnare la Giunta e il sindaco Stefano Barozzi a proporre alla commissione statuto di modificare il regolamento del Consiglio comunale stesso, inserendo una sanzione per ogni assessore che non risponde nei termini di legge alle interrogazioni dei richiedenti e facendo sì che il mancato rispetto dei tempi stabiliti nel regolamento venga segnalato e pubblicato sulla pagina riferita al documento sul sito istituzionale. (m.cass.)
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