salute

Zika, allerta per chi va in America

Dall’ospedale: le possibilità di contagiarsi sono basse, raccomandato l’uso dei repellenti per gli insetti


di Matteo Ciangherotti


TRENTO. L’epidemia di Zika in Brasile sta spaventando il mondo, tanto che l’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità, ha dato l’allarme: «Il virus si sta diffondendo in modo esplosivo». Ieri le autorità hanno annunciato sei nuovi casi, tre cittadini canadesi di ritorno da un viaggio all’estero e tre nuovi casi a New York tra cui una donna in cinta.

«Sappiamo ancora molto poco su questa nuova epidemia – racconta la dottoressa Manuela Spaccini, dirigente di Igiene e sanità pubblica del distretto Centro sud -; lo Zika viene trasmesso tramite puntura di zanzara e poiché quello è il vettore le possibilità di contagiarsi sono molto basse. Vanno sicuramente avvisati tutti i viaggiatori che si recano nelle Americhe e raccomandare loro l’uso dei repellenti per gli insetti».

Il virus si comporta come una banale influenza e non è pericoloso per l’uomo. Durante l’epidemia brasiliana, però, iniziata a marzo del 2015, si sono riscontrati casi di malformazione del feto in donne gravide che avevano contratto il virus. Zika, dunque, dovrebbe preoccupare soprattutto le donne in stato di gravidanza, in funzione della salute del proprio bambino.

A queste è fortemente sconsigliato recarsi nei Paesi a rischio endemico. Come per la maggior parte dei virus non esiste una terapia specifica e, per il momento, nemmeno un vaccino. Le autorità brasiliane nelle scorse settimane hanno stanziato diversi fondi per la ricerca di un possibile vaccino, ma siamo lontanissimi sia da una possibile produzione sia, soprattutto, dalla reale necessità di proteggersi dal virus.

Zika è conosciuto fin dagli anni ’40 quando fu identificato per la prima volta in una scimmia residente in una foresta africana, dell’Uganda, denominata appunto Zika. Il virus è rimasto a lungo silente se si esclude un’epidemia nella Polinesia francese. All’inizio del 2015 sono giunte le prime segnalazioni di nuovi casi in Brasile dove, poi, a marzo è scoppiata una vera e propria epidemia tuttora in corso. Dal Brasile il virus si è spostato in tutte le Americhe; un rapido incremento dei casi si è registrato nel resto del Sud America, nei Caraibi, in Centro America e a Capo Verde, aree dove il virus è presente nella popolazione in forma epidemica. La sindrome influenzale che si presenta con esantema cutaneo e dolori articolari sarebbe molto pericolosa per le donne in gravidanza.

In Brasile il feto di alcune donne in cinta infettate dal virus ha subito gravi malformazioni, in particolare la microcefalia, una riduzione delle dimensioni del cranio rispetto al corpo che mette in pericolo il nascituro. Anche in Italia si sono registrati alcuni casi, al momento sarebbero quattro di cui tre trattati con successo all’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma. Il virus si trasmette da uomo a uomo solo per trasfusione di sangue infetto e per via sessuale (se la carica virale è alta). È importante evitare le punture di zanzara.

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