Zanzare, ragni e gamberi protagonisti al Muse 

Tanti e curiosi i laboratori organizzati per la «Notte dei ricercatori». Spazio anche ai giochi scientifici che hanno divertito i bambini e le famiglie


di Daniele Peretti


TRENTO. «La notte dei ricercatori», quando la ricerca scientifica diventa divertimento, curiosità, ma anche divulgazione popolare. Il Muse è stata la sede di un evento fatto di giochi scientifici adatti anche ai bambini, dimostrazioni che hanno avuto i ricercatori protagonisti delle risposte alle domande poste dai visitatori. Francesca Paoli illustra il mondo delle zanzare asiatiche (zanzara tigre) e dei gamberi americani: due specie invasive che stanno progressivamente prendendo il controllo del territorio. È noto come i primi esemplari della zanzara tigre siano stati segnalati negli anni ‘90 arrivati in Italia a seguito dei copertoni importati: «Per sopravvivere e svilupparsi basta una minima quantità di acqua stagnante, ha un ciclo vitale molto veloce ed è anche molto resistente. A Trento abbiamo posizionato 47 ovotrappole che controlliamo ogni settimana, ma lo sviluppo è costante».

Il meccanismo dell’ovotrappola è semplice, si tratta di un vasetto di plastica che viene appeso ai rami che contiene un po' di acqua e un bastoncino di legno sul quale le zanzare vanno a depositare le uova. Se la zanzara tigre sta prendendo il controllo del territorio, altrettanto stanno facendo i gamberi americani presenti con due specie: l’Orconectes Limosus diffuso ormai in tutti gli specchi d’acqua e ed il Procambarus – gambero rosso – al momento circoscritto solo al Lago di Lagolo: «Anche in questo caso la sua diffusione è stata accidentale favorita dall’importazione di pesce ed anche nei casi dei gamberi c’è stata una rapida radicalizzazione della loro presenza, favorita sia da una riproduzione veloce – depongono una media di 600 uova almeno due volte all’anno – e dalla mancanza di predatori come aironi e lucci fattori che hanno permesso ad una specie molto invasiva, di diffondersi a danno dei gamberi autoctoni».

Rimanendo nel mondo animale, il ragno non è certo un animaletto molto gradito, però ci può decisamente molto utile. Gabriele Greco è il ricercatore che sta lavorando sulla ricostruzione delle ossa e dei nervi: «La possibilità è quella della rigenerazione naturale dei tessuti lesionati utilizzando le ragnatele. Si fa un calco della zona lesionata e poi si raccoglie la ragnatela posizionandola sulla parte interessata che progressivamente si rigenera».

Curiosi quanto interessanti i “ Droni che non volano”, ovvero “Ato” che è un veicolo utilizzato nel monitoraggio delle linee ferroviarie. Si tratta un drone installato su un mezzo autonomo in grado di percorrere le linee ferroviarie.

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