Welfare, la Cooperazione vuole spazi

Fracalossi a Rossi: «Nuove deleghe per i servizi». «Credito, ci metteremo in gioco se vedremo un progetto innovativo»


di Daniele Peretti


TRENTO. In previsione della fine della crisi economica, serve una scossa a tutto il sistema cooperativo e per questo sono necessarie nuove deleghe della Provincia su welfare ed altri servizi: «Ci metteremo in gioco se vedremo un progetto realmente innovativo a salvaguardia dell'autonomia». Così Giorgio Fracalossi a conclusione del convegno di ieri. Una prospettiva di rinnovamento supportata anche dalla considerazione che se in Italia dal 2008 al 2014 sono stati persi un milione di posti lavoro, la Cooperazione ha portato in Trentino 2.500 nuovi occupati con un ulteriore crescita del 2% nel primo semestre del 2015. Il momento che stiamo vivendo è anche quello, come ha sottolineato Marina Castaldo vicepresidente vicaria della Federazione, nel quale si devono riparare i danni della crisi, cercando di limitarne le ricadute negative; ma anche rilanciare lo sviluppo, contribuendo a rafforzare l'autonomia. «Dimostrando ancora una volta che le risposte dal basso ai problemi economici e sociali possono essere le migliori».

«La trasformazione che ci impone questa fase storica – ha detto il presidente Fracalossi – non riguarda la nostra visione del mondo o gli obiettivi strategici. Impone piuttosto una riorganizzazione e un ripensamento degli strumenti che siamo abituati ad usare. Serve una scossa. Questo è il messaggio forte che ci consegnano questi tempi: disponibilità a cambiare, sperimentare. Non dobbiamo avere paura». Fracalossi si è poi rivolto al presidente della Provincia Ugo Rossi: «Chiediamo nuove deleghe per inventare e seguire nuovi servizi. Ci sono interi settori dove l’offerta è ancora insufficiente, dove ci sono margini di crescita, anche ampliando ulteriormente i mercati di sbocco e valorizzando al meglio la produzione: così come sono ancora numerose le attività gestite da enti pubblici in cui è possibile prevedere un maggior impegno della cooperazione». Chiamato in causa, Rossi ha riconosciuto come sia decisivo il rapporto tra autonomia e Cooperazione anche in vista di un futuro che richiederà delle sperimentazioni. Un nodo centrale è la riforma del credito cooperativo e sotto questo aspetto è stato interessante il botta e risposta tra Gardini e Fracalossi: «Trento - ha detto Maurizio Gardini, presidente Confcooperative - è sempre stata un laboratorio vivace. Oggi abbiamo la responsabilità di confrontarci sul percorso per riscrivere lo scenario per le nostre cooperative, a partire dal credito. Penso che in questa riforma la Federazione e Cassa Centrale Banca debbano avere un ruolo centrale. Succederà che il governo licenzierà una proposta che prevede più gruppi bancari con limite di capitale. Spero che deciderete di esserci per volontà e non per legge. La Cooperazione italiana ha bisogno di sentirvi vicino, ha bisogno delle menti e delle braccia dei cooperatori trentini. Finora con Diego Schelfi ce l’avete date. Spero continuerete». «Cassa Centrale Banca – gli ha risposto Fracalossi – ha proposto un modello alternativo che salvaguarda l’autonomia al posto del dominio e fa piacere che a livello nazionale questo sistema sia stato colto. Il tema della responsabilità lo sentiamo forte, cogliamo le preoccupazioni riguardo al futuro. Serve un cambiamento, direi una rivoluzione nel credito cooperativo. Ci metteremo in gioco se vedremo che il progetto nazionale sarà veramente innovativo. Non vogliamo aderire per decreto, ma partecipare al ragionamento».

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