Via Petrarca, il benzinaio ha chiuso i battenti 

Un altro distributore lascia il centro ed è l’ultima stazione di proprietà dell’Aci Dopo 16 anni Franco Ruaben va in pensione e rimpiange il rapporto con i clienti


di Daniele Peretti


TRENTO. A chiudere in Via Petrarca non è solo il distributore di benzina gestito da Franco Ruaben, ma anche l’ultima stazione di servizio di proprietà dell’Aci della città. Il futuro infatti è alquanto incerto. O l’Aci investirà una cifra consistente nella sua ristrutturazione in self service a prezzi competitivi o più realisticamente il chiosco verrà demolito. Franco Ruaben lascia dopo sedici anni senza troppa nostalgia: «Il lavoro mi piaceva, ma quando ho deciso di smettere è stato come spegnere un interruttore. Mi mancano invece i clienti che negli anni erano diventati amici: anche questa settimana due sono venuti a trovarmi a casa, il rapporto continua».

Franco Ruaben decide di andare in pensione alla vigilia di quello che sembrava essere il termine massimo per l’introduzione dell’obbligo della fattura elettronica: «Una follia per piccole attività come la mia che oltre a non avere grandi guadagni, avrebbero dovuto sobbarcarsi di una spesa troppo onerosa. Poi è arrivata la proroga, ma ormai avevo deciso di andare in pensione e non ho cambiato idea. Il 30 giugno ho chiuso, ho pagato un mese di contribuzione volontaria e adesso aspetto».

La chiusura è stata nello stile di Franco: nessuna festa, nessun clamore, ma semplicemente all’orario di chiusura ha appeso un cartello col quale ringraziava la clientela: con la massima semplicità si è messo alle spalle sedici anni di lavoro. «Per vent’anni ho fatto il meccanico, poi il rappresentante e dopo ancora sono stato capofabbrica in una ditta trentina. Dopo un anno dalla vendita ad una multinazionale olandese, hanno chiuso e ci hanno licenziato tutti».

Per fortuna Franco ha avuto l’opportunità di rilevare la gestione di questo piccolo distributore che è stato Agip e poi Ip: « Il lavoro mi piaceva anche se praticamente non c’è una pensilina e quindi si lavora all’aperto. Se non era una giornata giusta, tutto cambiava all’arrivo del primo cliente; due parole, una risata e la giornata cambiava».

Un episodio particolare? «Rido ancora al ricordo di quella mia cliente di 80 anni che una mattina arriva e mi chiede il pieno ed un controllo generale perché deve partire per un viaggio. Mentre lavoro le chiedo qual era la meta. Lei mi risponde preoccupata: Garniga».

E quando arrivava Pasqua e Natale, funzionava così. «I primi anni preparavo dei regalini, ma ho smesso perché erano i clienti che mi portavano gli omaggi». In pensione è andata anche la moto. «La mia grande passione. Mia moglie ha avuto un grave incidente in motorino e adesso non può più venirci. L’ho messa in vendita perché non esiste che ci vada da solo e la pensione sarà in bicicletta o a piedi».

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