Via Paludi sta diventando il regno delle zanzare
Il caldo dei giorni scorsi ha favorito la schiusa delle uova nell’area del depuratore E’ già partita una “domanda d’attualità” di Tessadri (Patt) al consiglio comunale
PERGINE. Avere il depuratore con le vasche scoperte sotto casa, non è proprio il massimo della vita. Tanto più che sono il regno delle zanzare. Sta succedendo in via Paludi ai bordi (lato nord) della piana verso San Cristoforo, un tempo paludi poi bonificate e ora campagne preziose.
E’ proprio via Paludi che segna il confine sud dell’abitato di Pergine. In fondo alla strada, costeggiata sulla sinistra dalle abitazioni e da capannoni di attività produttive, appunto il depuratore (più precisamente, una “stazione di sollevamento” gestita da Stet spa) che con gli anni è mascherato alla vista di chi transita, dal verde, ma pur sempre a cielo aperto. Nell’area anche una vasca di raccolta liquami provenienti da fognature intasate e da operazioni di pulizia, raccolti con gli specifici automezzi che poi vengono svuotati nella “fossa” sempre nel sito della “stazione”. Un’operazione per altro saltuaria. Ma il problema è rappresentato soprattutto dalle zanzare.
La temperatura favorevole dei giorni appena trascorsi, ha fatto sì che l’insetto proliferasse in maniera particolarmente abbondante e si infilasse nelle abitazioni a pochi passi mietendo “vittime”. E’ il caso (ma non l’unico) di una bimba di nove anni che da tempo si sveglia al mattino piena di morsi e piuttosto gonfia (in faccia). Preoccupazione dei familiari. E il problema approderà mercoledì in sede consiliare attraverso una domanda d’attualità presentata dal consigliere Renato Tessadri (Patt).
La situazione in via Paludi non sembra avere possibilità di prevenzione come in tanti altri casi quando sono presenti le zanzare. Non basta, qui, fare attenzione a piccole quantità di acqua stagnante dove solitamente vengono deposte le uova; occorre affrontare il problema alla radice. Spesso, oltre al proliferare delle zanzare, ammorba l’aria anche il classico, e certamente non piacevole, odore di fogne. A quanto pare era stata promessa la copertura delle “vasche”.
La situazione è ulteriormente aggravata dalla presenza di un canale che fuoriesce stagnante e puzzolente, oltre a essere poco funzionale per la situazione in cui si trovano i muretti di sostegno ai lati del canale (crollati e che trattengono erbacce e residui vegetali), provocando allagamenti delle campagne circostanti. Si ipotizza trattarsi del Foss dei Gamberi. Da qui la richiesta contenuta nel documento di Tessadri (Patt): se il Comune intende farsi carico del problema interessando la società Stet per quanto riguarda la copertura delle vasche con contestuale programma di disinfestazione e chi di competenza per lo stato di degrado del canale citato.
©RIPRODUZIONE RISERVATA