Vandali contro le Famiglie tossicodipendenti 

A Romagnano tagliate nella notte le gomme dell’auto dell’associazione. La direttrice: «Le istituzioni non ci sostengono»


di Sandra Mattei


TRENTO. Non c’è pace per l’Associazione Famiglie Tossicodipendenti che si è trovata ieri mattina un’amara sorpresa sotto gli appartamenti di Romagnano occupati dai loro utenti. La Multipla blu con la sigla dell’associazione “Aft” ha subito il taglio di due gomme. «Un chiaro atto intimidatorio - commenta la direttrice della Aft Paola Meina - che ho subito denunciato ai carabinieri. Purtroppo non è il solo, già in precedenza abbiamo subito vandalismi contro i locali degli uffici amministrativi, le macchine, gli appartamenti, ma anche atti contro le persone che per modalità e tempismo hanno carattere persecutorio». Sulla Multipla blu si legge infatti chiaramente la scritta “assassini” realizzata con una bomboletta spray qualche giorno fa.

Certo, il lavoro che i volontari svolgono per il sostegno ai tossicodipendenti ed alle loro famiglie non è semplice. Sono una ventina gli ospiti dei quattro appartamenti. «Sappiamo che diamo fastidio a molti - afferma il consiglio di Aft - per primi gli spacciatori. Ma sappiamo anche che il Ser.D considera la nostra azione preziosa ed indispensabile. Il lavoro di rete che ci caratterizza - continua la nota - lavorando tutti i giorni con tutti: dal Ser.D , forze dell'ordine, ospedali, Csm, alcologia, servizi sociali, Uepe, giustizia riparativa, eccetera e l'appartenza al territorio, che ci vede impegnati dal 1981, è una realtà che si continua a non voler collocare, ascoltare nel modo che si meritano».

Questo la denuncia che arriva dall’associazione: non essere supportata a sufficienza dalle istituzioni.

«Un anno fa, proprio il 10 luglio - si legge ancora nella nota - avevamo invitato le massime autorità trentine perché si prendesse in considerazione con concreti ed indispensabili aiuti il lavoro che l'Associazione svolge per "gli ultimi": drop-in sociale, Punto donna, alloggi di prima accoglienza e reinserimento per soggetti con dipendenze patologiche. Da allora parole tante, promesse tante ma di fatto praticamente nulla. Stiamo aspettando qualche spicciolo che abbiamo chiesto sudando sette camicie e incontrando proposte risolutive che nulla avevano a che fare con la nostra mission e integrità morale. Spiccioli indispensabili per coprire le sostituzioni del piano ferie dei nostri lavoratori». La direttrice Meina aggiunge che per poter continuare con la loro azione di accompagnamento in un percorso che faccia superare le situazioni di dipendenza e di emarginazione di chi è finito nel mondo della droga, servono “tavoli sulla dipendenza”. «Con il SerD si sta ultimando il protocollo di azione condivisa trasversale - sottolinea la nota - ma quei famosi "tavoli delle dipendenze" tra tutti i soggetti istituzionali che si occupano a diversi titoli del problema e che dovevano creare l'auspicata divisione di compiti, ambiti operativi nel rispetto delle diverse istituzioni (politiche sociali, sanità, organizzazione di volontariato) ad oggi, sembra non ci saranno mai».

Il sospetto che ci sia qualcuno nelle istituzioni che non ritiene necessaria l’opera dei volontari, può passare nella mente. E che la popolazione affetta da dipendenze patologiche non rappresenti un bacino di voti, anche. Però i volontari non si perdono d’animo e concludono: «Il "vandalismo" di oggi lo accogliamo come un segnale per non abbassare la guardia».













Scuola & Ricerca

In primo piano