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Valdastico, pericolo per le fonti

La giunta Fugatti va avanti a tutto spiano, il sindaco di Besenello: «Acquaviva e Spino essenziali, scavare lì sarebbe un rischio»


Gigi Zoppello


TRENTO. La giunta provinciale di Trento che insiste sulla Valdastico e la inserisce nel Piano Urbanistico Provinciale, i vicentini che invece si sono molto raffreddati, tanto che la presidente degli Industriali di Vicenza, Dalla Vecchia, ha dichiarato al nostro giornale che si tratta di opera «superata e inutile».

Il sindaco di Besenello, Christian Comperini, è da anni in prima linea contro la realizzazione dell’autostrada A31. All’ingresso del suo paese, fece erigere la gigantesca statua in legno del “guerriero” che ferma la Valdastico, opera di Filippo Grott. E oggi ripropone tutti i suoi dubbi.

Uscita a Marco? La peggiore

«La variante con uscita a Marco è – tecnicamente – la peggiore delle ipotesi progettuali possibili. Intanto, siccome la parte vicentina è già approvata con arrivo fino a Lastebasse, e quella non la vogliono perdere, è chiaro che per uscire a Rovereto bisognerà poi fare una galleria di inversione a U. Ma i problemi sono ben altri».

Comperini ricorda che quando furono presentati i famosi “sei tracciati possibili”, nel lontano 2011, «quello con uscita a Rovereto Sud era di gran lunga il più difficile e meno consigliato, per i problemi tecnici. Come fu detto allora: la peggiore». In quella occasione si prospettavano tante soluzioni, addirittura dall’uscita a Lavis, a quella a Caldonazzo, e anche a Besenello.

«L’ipotesi progettuale attraverso la valle di Terragnolo presenta delle criticità idrogeologiche ben chiare a tutti. Ma anche da altre parti non va meglio. Bisogna dirlo: la Vigolana e lo Zugna sono montagne carsiche, e mettere mano lì, bucando a mille metri sotto la montagna, non si sa cosa produrrebbe, le falde acquifere sono a rischio».

Per Comperini: «In questo momento di cronica carenza d’acqua e di emergenza idrica, le falde acquifere che forniscono l’acqua potabile a tutta la Valle dell’Adige sono Acquaviva e lo Spino. Con il cambiamento climatico in atto, queste due sorgenti sono da preservare. Anzi, di più: son da proteggere. Insistere sull’autostrada è contro i tempi, è inutile insistere».

Non è solo un problema di Besenello o Terragnolo. Per spiegare meglio il pericolo: «Anche in questo momento, anche se non si parla più di siccità, la città di Trento è in sofferenza e l’acquedotto del capoluogo è alimentato da un sostanzioso pompaggio di acqua da Acquaviva, perché altre fonti sono in deficit. Quando si parla di Valdastico, ci pensino bene anche i cittadini di Trento, riguarda tutti. Se lo scavo di una galleria intercetta le falde non sappiamo cosa può succedere, potremo ritrovarci senza acqua, che sia a Trento come Rovereto».

Chiaro che si tratta di un discorso di scelte politiche. «Fugatti ripete che il NO alla Valdastico è un NO ideologico. Io mi sento di dire che, dati alla mano, è il SI’ alla Valdastico che è ideologico, perché finora non hanno mai portato dati economici o di studio dei flussi di traffico aggiornati che dimostrino la validità e la necessità di fare la Valdastico».

Ora che la Provincia spinge su Rovereto, Besenello è più tranquilla? «Non siamo tranquilli per nulla, perché è chiaro che se vogliono fare l’autostrada, di certo non sarà con l’uscita a Rovereto Sud».

Sta dicendo, come sussurrano molti, che se Fugatti ha indicato l’uscita a Rovereto sud, è per farsi poi dire che non si può fare? O per poter dire che sarà un’altra uscita? «Non sono nella testa di Fugatti».

 













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