«Una volontà chiara: provocare danni» 

Il sindaco Andreatta: «Ricordo molto bene che cosa possono fare le molotov. Le vidi a Padova nel ’77»



TRENTO. Condanna dell’episodio e vicinanza alla municipale della città è stata espressa anche dal primo cittadino Alessandro Andreatta.

«Le indagini sono in corso, le forze dell’ordine al lavoro per capire che cosa sia accaduto, quale sia o quali siano i responsabili di questo gesto. Attendiamo l’esame delle tracce che sono state trovate nel piazzale di via Maccani. Ferma, anche da parte dell’ amministrazione comunale, l’assoluta condanna di quanto accaduto. Non so se si tratti di molotov. Le molotov io le ho viste, ricordo bene i danni che possono provocare. Un congegno simile mi ricorda quelli che vidi a Padova nel ’ 77. Ho bene in mente cosa sono in grado di fare». In questo momento però, gli ordigni esplosivi non sono stati classificati come tali dalle forze dell’ordine. Di qualunque tipo di meccanismo si tratti però, è chiara anche per il primo cittadino la volontà che manifestava, quella cioè di recare danno. «Ed è questo che va condannato. Va perseguito chiunque abbia intenzione di mettere in pericolo la pubblica sicurezza. Nulla, in questa indagine - chiude il sindaco- verrà sottovalutato.

Il primo rappresentante delle pubbliche istituzioni ad arrivare sul posto, alla rimessa di via Maccani, ieri mattina, è stato l’assessore Italo Gilmozzi. E’ arrivato poco dopo le forze dell’ordine.

«Le bottiglie si trovavano sotto ed accanto alle vetture. Nel piazzale c’erano i carabinieri ed i vigili urbani, per i rilievi del caso». Siamo nel cortile posteriore alla rimessa. Lo delimita una recinzione che, come pare, è stata scavalcata. «E’ un brutto segnale- afferma Gilmozzi - Quegli ordigni potevano fare dei danni». Chiara per l’assessore «la volontà di compiere un gesto intimidatorio».

Sul contenuto effettivo delle nove bottiglie, che subito è stato classificato come benzina, bisognerà attendere la parola delle forze dell’ordine, che stanno analizzando sostanze, contenitori, inneschi ( la diavolina) e le micce. La loro natura però, il luogo del ritrovamento, un cantiere comunale, le auto della municipale accanto alle quali erano le bottiglie, preoccupa non poco.

Il numero, nove bottiglie, il bersaglio, benché si trattasse di auto dismesse in una rimessa, resta un fatto grave che prende di mira le istituzioni.













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