Una mini-facoltà per Medicina 

Il progetto dell’Università. L’ateneo pensa a una sola “classe” di 60 studenti con 30 docenti a regime. Costo: 4,5 milioni all’anno per i professori Ma per Zambelli (Economia) e Ioppi (Ordine medici) il corso di laurea dovrebbe avere una dotazione di almeno 80 docenti. Il nodo dell’ “abilitazione”


Danilo Fenner


Trento. Facoltà di Medicina o mini-facoltà? Il progetto dell’Università di Trento in effetti è orientato verso questa seconda ipotesi. Dimentichiamo le grandi strutture più blasonate, non solo come Padova, obiettivamente imparagonabile a quanto si vuole realizzare a Trento, ma anche come la facoltà di Medicina di Verona, fra le “medie” università italiane. Il progetto del rettore Collini parla di una Scuola di medicina che avrà una dotazione di partenza di 20 docenti per un massimo di 60 studenti. Punto. Mini la facoltà, mini anche la necessità di strutture: con 6 aule in parallelo, e uno o due laboratori, ce la si fa.

Il numero di 20 docenti non è casuale: è la dotazione minima richiesta dal Ministero competente, il Miur, per concedere l’accreditamento. Praticamente in linea con quanto prevede anche il progetto di Padova, annunciato da Fugatti. Anche Padova indica una dotazione di partenza di 18 docenti, da integrare con alcune risorse trentine.

E i costi? Un docente universitario (fatta la media fra ordinari e non) comporta una spesa di circa 150mila euro all’anno. Cioè un totale annuo (per 20 docenti) di circa 3 milioni di euro. Secondo l’Ateneo quasi tutti i docenti di cui si avrà bisogno sono già in forze alla stessa Università, e si guarda in particolare ai ricercatori del Cibio. In ogni caso, sono comunque un costo. A regime il numero di docenti necessario salirà a 30. Attenzione però: i dieci in più dovranno essere importati da fuori e comporteranno un costo immediato, pronta cassa, di 8 milioni di euro. Circa 800mila euro per docente: a tanto ammonta infatti il “fondo” che va depositato al Miur per garantire a ogni docente quindici annualità di stipendio. Diciamo dunque che a regime la nuova facoltà non dovrebbe superare i 4 milioni e mezzo di euro per il personale.

Questi calcoli non comprendono tutte le altre voci: personale amministrativo, costi fissi di strutture, e molto altro. E non contano i cinque anni successivi di “specializzazione”, che la stessa università di Trento ritiene necessari.

Una “mini-facoltà” dunque, molto snella ed economica? Non è precisamente l’idea di due interlocutori che ci consentono di affrontare la questione da punti di vista diversi: Stefano Zambelli, ordinario di economia a Trento, e di Marco Ioppi, presidente dell’Ordine dei medici provinciale. «Quanti docenti servono per una facoltà di Medicina? Io direi, a regime, non meno di una ottantina» commenta Zambelli. Analoga la risposta di Ioppi: «Una facoltà di Medicina si struttura in moduli di insegnamento. Ogni modulo comprende circa tre o quattro docenti. Teniamo conto che per ogni anno accademico i moduli sono possono essere dai 10 ai 15, dipende molto dal piano di studi».

Quattro docenti per 15 moduli fa 60 docenti. «Considerate però che negli ultimi anni i moduli di solito aumentano» precisa Ioppi. Il che ci avvicina alla cifra di 80 docenti ipotizzati anche da Zambelli. Secondo queste ipotesi il costo naturalmente salirebbe, e di molto: il totale sarebbe compreso infatti fra i 12 e i 15 milioni di euro all’anno, solo per il personale docente. A cui aggiungere tutte le altre voci: facile ipotizzare che si raggiungerebbe una cifra fra 20 e 30 milioni.

Nella vicina Verona, secondo i dati resi pubblici dell’ultimo bilancio di quell’ateneo, il personale docente ammonta a 724 unità, di cui ben 332 solo per la facoltà di Medicina. Tutto il personale docente di UniVr costa 94 milioni di euro: una media di 129 mila euro a docente, in linea con i calcoli sopra esposti per Trento. Secondo Zambelli e Ioppi è del tutto verosimile che la nuova Scuola di medicina di Trento possa (e debba) rappresentare un terzo circa di quella veronese, considerata di “medie” dimensioni”. Vero è che tutto dipende dal numero di studenti ammessi: partire con 60 studenti significa di fatto una sola “classe”, di qui la necessità immediata di molti meno docenti. Anche l’ipotesi che gran parte dei docenti possa essere pescato ad esempio dal Cibio, per Zambelli e Ioppi non sta molto in piedi. «Nel piano studi di Medicina ci sono materie come anatomia o istologia, per cui in Trentino non abbiamo docenti abilitati» dice Ioppi. Gli fa eco Zambelli: «Servono molti docenti specifici, che dovremo importare da fuori. E pagare in più».















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