Un terreno incolto trasformato in orto per ragazzi disabili
Il Comune ha ceduto l’area di Villazzano al Fiore del Gojjam L’idea è coltivare ortaggi e la Moringa, pianta “miracolosa”
TRENTO. Un terreno di mille metri quadrati, incolto da venti anni, può diventare lo spazio reale e simbolico per un progetto di inclusione sociale. L’idea è dell’associazione Il Fiore del Gojjam, attiva soprattutto nel campo della cooperazione internazionale, che da tempo opera a favore della regione dell’Etiopia da cui prende il nome per far crescere una micro imprenditoria per l’allevamento delle mucche e la produzione del latte. Progetti che mirano a sostenere le donne africane, in un Paese martoriato dalla guerra e dalle siccità.
Tra gli animatori, Claudio Rossi, che ora intende rivolgere l’attenzione sul terreno incolto che sorge nei pressi della stazione di Villazzano e che il Comune ha concesso all’associazione. In Etipia, infatti, la situazione è sempre a rischio crisi e guerre, anche se il cambio di governo sta dando qualche speranza di pacificazione, dato che uno dei primi atti è stato di proclamare la pace con l’Eritrea. Tornando alla situazione più tranquilla di Trento, spiega Rossi: «L’idea è quella di realizzare delle serre per un orto sociale che possa essere d’aiuto all’inclusione di ragazzi disabili, grazie alla lavorazione della terra, ma anche alla produzione di formaggi e yogurt, da poter offrire a cene sociali e eventi. Ora l’area è da disboscare e sistemare, noi abbiamo già acquistato una serra di 8 metri per 6, sarebbe bello che qualche persona di buona volontà contribuisse per acquistare una o due casette di legno, per poter organizzare le attività come laboratori e produzione di formaggi, ma anche di momenti d’incontro e sociali».
Del laboratorio che Claudio Rossi intende avviare, potrebbero usufruire anche gli utenti dell’Anffas, frequentato da uno dei suoi figli. Più avanti, se il numero degli utenti crescesse (per ora sono interessate le famiglie di cinque ragazzi) potrebbe essere realizzato anche un pollaio per la produzione di uova. Ma l’idea più curiosa è quella di produrre, con gli ortaggi tradizionali come insalata e zucchine, anche una pianta di origine tropicale, la Moringa oleifera, che ha delle proprietà definite “miracolose” dalla letteratura scientifica.
Spiega Rossi: «Si tratta di una pianta che cresce in climi tropicali ed equatoriali come quelli dell’Etiopia, Filippine, Cuba e Repubblica Dominicana. Qui è difficile che riesca a produrre i frutti, ma le sue foglie sono ricche di proteine perciò di alto contenuto nutrizionale e contengono vitamina A e C, utili per rinforzare il sistema immunitario. Si calcola che le mucche che mangiano le foglie di Moringa producono un quinto di latte in più , mentre le uova di gallina diventano più grandi».
Per ora l’associazione èimpegnata nel disboscamento, per le casette, spera nell’aiuto di persone di buon cuore.