Un prelievo per poter diagnosticare il Parkinson
Trento. Un team di ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia, in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach di San Michele e la Fondazione Santa Lucia di Roma, ha recentemente pubblicato...
Trento. Un team di ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia, in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach di San Michele e la Fondazione Santa Lucia di Roma, ha recentemente pubblicato sulla rivista internazionale Metabolomics un lavoro che svela, soprattutto nelle donne, il rapporto tra alcuni tipi di lipidi (grassi) misurabili nel sangue e prodotti dalla nostra flora intestinale (microbiota) e la malattia di Parkinson. Lo studio oltre ad offrire un nuovo futuro strumento diagnostico, suggerisce che le alterazioni nella popolazione di batteri che vivono dentro il nostro intestino potrebbero essere associate all’insorgenza della malattia. La ricerca è stata effettuata analizzando il sangue di 587 individui (268 malati e 319 sani suddivisi in 294 donne e 293 donne). I risultati mostrano che la concentrazione di 7 particolari lipidi, chiamati Nape (N-acil fosfatidiletanolammine), nel sangue dei soggetti affetti da Parkinson è diminuita di circa il 15% rispetto agli individui sani. Per ragioni attualmente sconosciute, tale diminuzione risulta significativamente più marcata nelle donne, fino a raggiungere anche il 25%.