Ultimatum di Rossi, il Patt si spacca

Ottobre: «Forzatura politica, dimostra di temere il cambiamento». Appello per Panizza: «Non ci servono avventurieri»


di Chiara Bert


TRENTO. Due ultimatum in 48 ore da parte del presidente della Provincia al suo partito suonano come un «allarme rosso» in casa autonomista, dove a meno di due settimane dal congresso l’unità sembra una chimera e tra i protagonisti volano fendenti. «Se la linea politica e le persone che dovranno attuarla non saranno coerenti con quanto abbiamo dichiarato agli elettori non vi saranno le condizioni per concludere il nostro lavoro», è tornato a sfogarsi domenica, questa volta su Facebook, Ugo Rossi, dopo aver letto le dichiarazioni dei candidati alla segreteria del Patt. La minaccia di far saltare tutto, dunque, ancor prima di terminare il mandato da governatore, se il partito non darà un mandato chiaro al segretario uscente Franco Panizza e con lui alla linea della giunta.

Sui social la base si divide. «Vogliamo ritornare ad essere il partito dei "begaroi" che per anni ci ha contraddistinto?», si domanda un militante, Fulvio Paoli. In molti si schierano con Rossi, ma c’è anche chi lo critica: «Lasciamo che il popolo autonomista, la base che tanto ci ha resi orgogliosi, si confronti democraticamente sui temi, visioni per il nostro futuro. Ma di cosa abbiamo paura?», chiede Cristiano Moiola, ex segretario a Mori dove oggi è consigliere comunale. «Mi sembra che il capo è nervosetto?», è la frecciata di Roberto Pergher. E di nervosismo del tandem Rossi e Panizza, alla vigilia di un congresso che si pensava fosse molto più tranquillo, parlano gli sfidanti di Panizza. «Se un partito può essere guidato solo da due persone vuol dire che non è un partito ma un'associazione, come il gruppo micologici dove i due che se n'intendono di più restano presidente e segretario a vita», commenta, anche lui su Facebook, il deputato Mauro Ottobre. «Sono giorni e giorni che Rossi batte lo stesso chiodo, dimostrando di non sopportare più la minoranza interna al gruppo consiliare e di aver paura del cambiamento. Io posso capire i timori, ma lasciare prima della fine del mandato sarebbe irresponsabile, lui è il governatore di tutta la coalizione. Per quanto mi riguarda lo rassicuro. Se vinco il congresso, Rossi resterà al suo posto, anzi la sua posizione sarebbe rafforzata perché io sono nato davvero nel centrosinistra autonomista e non ci sono approdato per comodo». Chi è approdato per comodo, secondo Ottobre, è Panizza, «arrivato per necessità e non so fino a che punto per convinzione, il dubbio mi viene guardando dove e a chi si rivolge nelle sue recenti “campagne acquisti”». «E allora perché - incalza il deputato - Rossi continua a dare lezioni su come si deve svolgere il congresso di un partito sano e democratico? Da sempre dico e scrivo di essere stufo del coro di plaudenti – siamo andati avanti così per anni – coro che vorrei sostituito da un concorso di idee più utile per mantenere il Patt al passo dei tempi».

Difende Rossi, e conferma che non esistono alternative praticabili a una nuova segreteria Panizza, il capogruppo provinciale Lorenzo Baratter: «È un atto di onestà dire chiaro e forte che non si è disponibili ad avventure diverse rispetto a quelle per cui si ha avuto fiducia dagli elettori. L'autonomia è in pericolo, il Trentino è in pericolo, forse non tutti se ne sono accorti. Per questo abbiamo bisogno di una classe dirigente autonomista credibile e di una coalizione autorevole che abbiano il coraggio di mettere il futuro di questa terra prima del destino dei singoli protagonisti. Proprio in virtù di questa preoccupazione non sentiamo alcuna necessità di avventurieri che propagandano il cambiamento e poi sono a chiedere posizioni preminenti. Che insistono nel chiedere una politica più autonomista ma di fatto non portano progetti. Il futuro di questa terra non si può improvvisare. In un momento delicatissimo l'unica garanzia affidabile ha un nome e cognome preciso. Non possiamo correre rischi». In serata l’appello per Panizza viene firmato su Facebook da oltre una ventina di dirigenti del partito: ci sono l’assessore provinciale Michele Dallapiccola, i consiglieri provinciali Chiara Avanzo, Graziano Lozzer , Luca Giuliani e Lorenzo Ossanna; Giulio Pompermaier, Luigi Panizza e Dario Pallaoro (presidenti onorari del Patt), Carlo Ganarin (vicesegretario), Franco Nicolodi (vicepresidente), Roberto Stanchina (assessore comunale di Trento), Alberto Pattini (capogruppo consiliare a Trento), Tiziano Uez (consigliere Comune Trento), Dario Maestranzi (consigliere Comune Trento), Paolo Genetin (presidente Sezione di Trento), Nicola Vaiz (coordinatore Alta Valsugana e Bernstol), Lorenzo Conci (coordinatore Vallagarina), Daniele Bertolini (coordinatore Giudicarie), Salvatore Ghirardini (coordinatore Val di Non), Stefano Cogoli (coordinatore Val di Sole), Marco Toffol (coordinatore Primiero), Andrea Giacomelli (coordinatore Fiemme e Fassa), Martina Nardelli (coordinatrice Valle di Cembra), Alberto Giovannini (coordinatore Rotaliana-Königsberg), Ruggero Ghezzi (coordinatore Paganella), Mauro Verones (vice coordinatore Valle dei Laghi), Renzo Sandri.

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