Trento, la proposta del sindaco Andreatta"Shopping solo una domenica al mese"

Discutendo della riforma Olivi che liberalizza le aperture festive Andreatta ha ribadito che il Comune non ha nessuna intenzione di giocarsi 40 aperture: «Arriveremo al massimo a 15 domeniche all’anno»



TRENTO. «Meglio sarebbe tenere aperti i negozi una domenica fissa al mese, in modo che i cittadini e i turisti possano identificarla come quella per lo shopping». Quella del sindaco di Trento Alessandro Andreatta è per ora una «posizione personale», non discussa con la giunta. Ma dopo l’approvazione della riforma Olivi il dibattito sulle aperture festive entra nel vivo.
Ieri l’assessore provinciale al commercio Alessandro Olivi è stato ascoltato dalla commissione bilancio di palazzo Thun, presieduta da Daniele Bornancin, alla quale ha partecipato anche l’assessore alle attività economiche Fabiano Condini. Olivi ha spiegato la scelta di dare autonomia ai Comuni: quelli ad alta attrazione commerciale (come sicuramente sarà considerato il capoluogo, ndr) avranno la possibilità di 9 mesi di aperture domenicali più le domeniche di dicembre; per quelli a media attrazione il tetto sarà di sette mesi. Olivi ha inoltre ricordato la possibilità introdotta dalla riforma di diversificare gli orari dei negozi per zona e di ricavare grandi magazzini utilizzando edifici del centro storico.
La palla dunque passa ora alle amministrazioni locali. Cosa farà Trento sulle aperture festive? Interpellato sul punto, ieri il sindaco Andreatta ha ribadito che il Comune non ha nessuna intenzione di giocarsi 40 aperture: «Arriveremo al massimo a 15 domeniche all’anno». «Come Comune avevamo chiesto alla Provincia di avere più flessibilità. Oggi le deroghe sono 5 all’anno, più le 4 domeniche di dicembre. Si tratterà di aggiungerne qualcuna, ma lo faremo con un progetto condiviso con i commercianti e i sindacati. Non vogliamo gravare su quelle imprese a conduzione familiare per le quali tante aperture diventano un carico di lavoro eccessivo».
Ma Andreatta ha anche espresso una sua personale convinzione: «Sarebbe meglio a mio avviso tenere i negozi aperti una domenica fissa al mese, per renderla più facilmente identificabile dai nostri cittadini e dai turisti che vogliono anche fare shopping». A quel punto, spiega il sindaco, «potremmo indicare la domenica di apertura sui depliant turistici e in generale nella promozione della città».
Una proposta che il primo cittadino non ha ancora discusso con la sua giunta, dentro la quale le posizioni hanno accenti diversi. A partire dall’assessore Condini, il quale ancora a febbraio poneva sul piatto il problema della forte concorrenza esercitata dai centri commerciali come quello di Pergine sul piccolo commercio e ipotizzava aperture domenicali «a staffetta» tra centro storico e shop center.
Accanto alle deroghe festive, c’è poi un’altra questione che tocca da vicino i Comuni: è quella delle grandi superfici di vendita, sulle quali a decidere - in base alla riforma appena approvata - sarà d’ora in avanti la Provincia. Ma il sindaco avverte: «Il Comune dovrà essere coinvolto, su questo punto siamo stati molto chiari con la Provincia. Abbiamo chiesto che la legge lo preveda e l’assessore Olivi si è dimostrato pronto ad accogliere la nostra richiesta. Non è davvero pensabile che si dia il via libera a centri commerciali sul nostro territorio senza interpellarci».

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