Trentino: ragazzi soli, la nuova emergenza

Genitori sempre più fragili: 389 i minori seguiti dai servizi, 255 fuori da casa


Chiara Bert


TRENTO. Famiglie sempre più fragili, separazioni conflittuali, figli che spesso crescono con un solo genitore. Sono sempre di più i minori presi in carico dai poli sociali del Comune di Trento, su 4.876 utenti seguiti nel 2009: 198 i bambini con assistenza educativa a domicilio, 94 quelli che sono stati inseriti in comunità residenziali, 127 semiresidenziali, 34 affidati ad altre famiglie.
I dati contenuti nella relazione annuale dei cinque poli sociali del Comune raccontano la crisi della famiglia e i bisogni emergenti della città. L'anno scorso sono stati 1.141 i nuovi utenti che hanno usufruito dei servizi sui 4.876 utenti complessivi (il 4,22% della popolazione cittadina), contro i 1.125 del 2008.
Minori. «Uno di questi - spiega l'assessore alle politiche sociali Violetta Plotegher - riguarda la solitudine dei minori, legata a difficoltà familiari, alla fatica dei genitori di conciliare lavoro e famiglia, ma anche alle seconde generazioni di cittadini stranieri. È una delle sfide che abbiamo davanti nei prossimi anni». Il disagio si fa particolarmente forte nella pre-adolescenza, dopo il periodo relativamente «protetto» della scuola elementare: i ragazzi si ritrovano soli, con genitori in rotta di collisione e che non sono in grado di seguirli. E non si tratta solo di famiglie economicamente deboli.
I servizi sociali puntano a dare risposte diverse a seconda del bisogno. Nel 2009 sono stati 389 i nuovi interventi a favore di minori, con una spesa che si aggira attorno ai 7 milioni di euro: 198 sono stati seguiti a casa, con l'educazione a domicilio; 255 sono quelli in qualche modo allontanati dalle famiglie, 127 sono stati ospitati in comunità residenziali (24 ore su 24), 94 in strutture semiresidenziali (solo diurne), per 34 è scattato l'affido familiare e per altri 27 l'accoglienza in un'altra famiglia per alcuni momenti della giornata. «L'obiettivo di qualsiasi intervento - spiega la capoufficio dei Poli sociali Monica Susat - è permettere al minore di rientrare nella sua famiglia al termine di un percorso di recupero delle competenze dei genitori. E nella gran parte dei casi l'esito è positivo».
Interventi di tutela. La difficoltà crescente delle famiglie è dimostrata anche dall'aumento degli «interventi di tutela», in alcuni casi attivati dal magistrato. Dai 441 del 2008 si è passati ai 509 del 2009, e di questi 452 riguardano minori che hanno problemi familiari, hanno bisogno di essere seguiti da psicologi e neuropsichiatri e, nei casi più gravi, allontanati dalla famiglia.
Aiuti economici. Ma il sostegno ai minori è solo uno dei fronti in cui operano le équipe dei poli sociali. Nel 2009 sono state aiutate economicamente 491 famiglie, di cui 270 con minori e il 41% straniere. Su un totale di 1.359 domande presentate (da parte di 574 nuclei), 1063 sono state soddisfatte. «Si tratta di interventi una tantum - ha spiegato l'assessore - c'è chi non riesce a pagare l'affitto, le bollette o le spese condominiali. Aiutiamo famiglie che per poco non rientrano nei parametri Icef richiesti per il reddito di garanzia». Il sostegno nel 2009 si è concretizzato anche in 209 interventi nel settore lavorativo, inserimenti protetti in cooperative sociali o nei lavori socialmente utili.
Disagio relazionale e psichico. I poli sociali rappresentano un osservatorio privilegiato sui cambiamenti e i bisogni della città, dove quasi due terzi delle famiglie sono formate da una o due persone, spesso madri con un figlio, dove aumentano gli anziani (il rapporto tra over 65 e under 14 è di 137,6, con un picco di 244 a San Giuseppe) e gli stranieri (il 10,5% della popolazione, dal 2000 ad oggi quadruplicati quasi ovunque, da Gardolo dove sono il 19,3% al Centro storico, da S.Giuseppe all'Oltrefersina). Per l'assessore «una nuova emergenza è rappresentata dal disagio relazionale e psichico, che riguarda soprattutto uomini soli tra i 40 e i 50 anni».

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