Trentino Digitale, cda “sfrattato” Spinelli: «Stanno sprecando risorse»
Ict. L’assessore allo sviluppo economico al board: «Il piano industriale è carente, la società dovrebbe produrre e non comprare servizi. Vogliamo valorizzare il personale, per questo abbiamo chiesto un passo indietro». Per ora, però, si è dimesso solo Cimmino. Gli altri resistono
Trento. «Noi abbiamo individuato la necessità di sostituire a breve i membri del consiglio d’amministrazione di Trentino Digitale con persone che possano corrispondere a un piano industriale diverso perché quello attuale non ci soddisfa appieno. Quindi abbiamo bisogno di un rapporto fiduciario con l’organo amministrativo». L’assessore Achille Spinelli spiega così la mail che ha inviato nei giorni scorsi ai membri del Cda di Trentino Digitale, la società partecipata dalla Provincia e dai comuni che ha lo scopo di fornire servizi digitali agli enti pubblici e di realizzare la rete a banda larga. Nella mail c’era l’invito, molto garbato a dire la verità, a farsi da parte per lasciare il posto a componenti di fiducia che possano attuare un piano industriale nuovo. L’assessore lamenta il fatto che la società spesso si limita ad acquistare da privati prodotti o servizi invece di produrli in proprio: «Trentino digitale è una società che dovrebbe produrre servizi per l’ente pubblico, appunto produrre, non comprare servizi. Perché, se si compra, allora si va sul privato e la mission non è pienamente realizzata». Finora l’invito dell’assessore è stato raccolto solo dal commercialista di Rovereto Francesco Cimmino che era stato indicato dalla minoranza della scorsa legislatura, cioè l’attuale maggioranza.
L’assessore commenta così la decisione del consigliere: «Cimmino avrà colto la volontà della giunta di un cambio di passo ed è stato il primo a trarne le conseguenze». Questa sera il cda si riunirà e deciderà cosa fare, visto che il cda finisce il suo mandato a fine anno. Spinelli, però, nega che la richiesta di dimissioni sia un’imposizione: «Si chiede gentilmente. Se le cose non sono state fatte nel modo che noi intendiamo bisogna capirsi. Noi abbiamo individuato un piano industriale carente. Se una società nasce per produrre servizi per la pubblica amministrazione e invece produce bandi per andare sul mercato e allora siamo capaci da soli. Quanto alle dimissioni, non abbiamo particolari strumenti, ma si tratta di dire che il socio di maggioranza ritiene carente il piano industriale, ringrazia per l’attività svolta e per la fusione, ma esprime il bisogno di arrivare in tempi brevi a una sostituzione del board che metta in pratica un piano industriale che risponda alle nostre esigenze».
L’assessore ci tiene a rassicurare il personale, in Trentino Digitale lavorano 300 persone: «Nella società ci sono professionalità altissime e se non vengono valorizzate abbiamo bisogno di vedere perché e come correggere questo stato cose perché, se va avanti così, sprechiamo risorse e anche competenze. Non possiamo andare avanti a sprecare risorse pubbliche. C’è una grande qualità delle persone che lavorano nella società. Per questo noi non vogliamo ridurre o tagliare, vogliamo solo arrivare a svolgere un’attività utile per la Provincia». Spinelli non commenta il fatto che da più parti si fa il nome di Cesare Scotoni come futuro presidente di Trentino Digitale.
Dall’interno del cda si cerca di mantenere il riserbo e si rinvia alla riunione di questa sera, ma si fa notare come proprio ieri mattina lo stesso Spinelli abbia fatto visita a Trentino Digitale facendo i complimenti per un nuovo prodotto. L’aria che tira, al momento, non è certo quella delle dimissioni spontanee. U.C.