Tredici alloggi per i padri separati
Comune e Apsp Vannetti, via al protocollo per rendere gli uomini autonomi
ROVERETO. Il nuovo protocollo per l'autonomia abitativa servirà anche per far meglio fronte alla nuova emergenza del settore, quella che viene dai padri separati. Ci sono anche loro tra le tipologie di persone che improvvisamente si ritrovano senza casa e che per diversi motivi non trovano subito sistemazione; obiettivo è accompagnare verso l'autonomia. Il protocollo, che vede coinvolti Apsp Vannetti e Comune, è entrato in vigore questa settimana. Sostituisce il precedente accordo per l'emergenza abitativa del 2006, tra Comune e Fondazione Città di Rovereto, ente, quest'ultimo, che si è fuso con la Ipab Vannetti, dando vita all'omonima azienda di servizi alla persona.
La principale novità sta nel nome: non si parla più di "emergenza" abitativa, bensì di autonomia. I due enti infatti hanno rivisto e aggiornato le regole per l'assegnazione degli alloggi (in totale sono 13) affinché ci sia maggiore rotazione e non si cada nel mero assistenzialismo. Obiettivo del protocollo è quindi condurre l'utente verso l'autonomia, introducendo alcuni correttivi. «Scopo del progetto, come del resto era fin dall'inizio - spiega l'assessore Fabrizio Gerola - è accompagnare la persona ad utilizzare le proprie risorse per raggiungere l'autonomia abitativa».
Succedeva invece spesso che diversi utenti concepivano questa forma di aiuto come sistemazione quasi definitiva e non temporanea, talvolta arrivando persino a rinunciare all'alloggio Itea, di fronte ad un canone più conveniente. Se idealmente infatti la durata della permanenza in questi alloggi dovrebbe essere circa un anno, spesso accadeva che con le proroghe si raggiungevano i due o i tre anni di utilizzo. Questa criticità, assieme a nuovi fenomeni come quello dei padri separati, ha spinto a dare delle nuove regole.
I beneficiari degli alloggi dovranno sottoscrivere ora un accordo, in cui si impegnano a cercare un alloggio attraverso i canali tradizionali (Itea, affitto). In questo saranno aiutati da consulenti, che li orienteranno nella ricerca. Cambia anche il rapporto: non più contratto di locazione, bensì concessione in uso. Anche il canone (mediamente 208 per gli alloggi per single, 319 quelli per famiglie) aumenterà del 5% ogni sei mesi; salvo eccezioni, non si potrà stare in questi appartamenti più di 24 mesi. Di questi, 6 sono per single (e la maggioranza di richieste vengono da italiani), 7 per nuclei famigliari (prevalgono gli stranieri). Per ora solo uno è libero. Non ci sono scadenze per le domande, che vanno presentate tramite i servizi sociali del Comune.