Tragedia del Cermis, nuovi accertamenti sul guidatore

L’albergatore che era al volante della motoslitta mortale aveva bevuto più del limite di legge



CAVALESE. La val di Fiemme, colpita nel giro di 24 ore da due tragedie che hanno spazzato via complessivamente otto vite umane, torna con difficoltà alla normalità. Sul Cermis venerdì sera sono morti sei turisti e operatori turistici russi, finendo con la loro motoslitta in un burrone. Oggi la montagna ha ospitato la finale del Tour de ski di sci di fondo, che si è svolta senza festeggiamenti ed è stata vinta dal russo Alexander Legkov.

Nel frattempo gli inquirenti e i periti stanno lavorando per chiarire l’esatta dinamica dell’incidente. Il guidatore della motoslitta aveva bevuto, la procura di Trento ha così ordinato ulteriori accertamenti sul tasso alcolemico. Periti dovranno inoltre analizzare la motoslitta che, secondo il guidatore, il russo Azat Iagafarov, gestore dello Sporting Hotel Cermis, improvvisamente non rispondeva più ai suoi comandi. Il mezzo e il rimorchio non erano idonei al trasporto di persone e invece erano su in otto, quando la motoslitta stava scendendo lungo una ripida pista nera, ha preso velocità e ha sfondato la rete di sicurezza. La motoslitta - spiegano gli esperti - non era di ultima generazione e perciò aveva solo un freno, mentre il rimorchio, concepito per trasportare bagagli e viveri, ne era totalmente sprovvisto. L’albergatore di 58 anni, che nell’incidente ha perso la moglie, è ora indagato per omicidio colposo plurimo.

Domani procura, polizia e carabinieri faranno il punto dell’inchiesta. Il ragazzo diciassettenne, che quella sera era rimasto in albergo e che nell’incidente ha perso la madre e la sorella, ha visitato su padre in ospedale e poi è tornato in Russia. Prosegue nel frattempo l’iter per il rimpatrio delle salme.













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