Torna la doppia preferenza e agita la maggioranza
Doppio emendamento di Bottamedi e Maestri per far votare la norma senza ostruzionismo, ma l’Upt si arrabbia con il Pd. Resta l’incognita del voto segreto
TRENTO. Torna, sotto mentite spoglie, la preferenza di genere e rischia di far litigare Pd e Upt, a due giorni dalla celebrazione in pompa magna dell’accordo politico in vista delle elezioni. Dopo essere uscita dalla porta dell’ostruzionismo, la doppia preferenza torna come emendamento al disegno di legge elettorale firmato da Manuela Bottamedi e Giacomo Bezzi. Il disegno di legge è all’ottavo punto all’ordine del giorno della seduta del Consiglio provinciale che si apre oggi. Quindi, probabilmente, sarà trattato nella giornata di domani. Gli emendamenti, in realtà, sono due. Il primo lo ha presentato proprio Manuela Bottamedi e il secondo Lucia Maestri del Pd. Perché? Lo spiega la stessa consigliera del gruppo misto: «Il disegno di legge ha lo scopo di introdurre il sistema elettorale proporzionale e l’elezione indiretta del presidente della giunta provinciale. Questo ritengo che sia il sistema migliore. La maggioranza, però, ha sempre detto che non è d’accordo e che voterà no. Ma, a questo punto, ho cercato di salvare l’obiettivo della doppia preferenza di genere. Così ho presentato un emendamento che la introduce e un altro emendamento che introduce l’obbligo di comporre le liste elettorali con il 50 per cento di uomini e il 50 per cento di donne. La maggioranza ha sempre detto di essere d’accordo con questi obiettivi. Vedremo se li voterà adesso che non ci sarà ostruzionismo». La consigliera Maestri ha depositato due emendamenti del tutto simili. Quindi, in teoria, la doppia preferenza di genere ha ottime possibilità di passare. Infatti, la legge e gli emendamenti saranno votati con i tempi contingentati e non si potrà tornare al vecchio regolamento perché nessuno delle opposizioni si era reso conto che il disegno di legge era in realtà un cavallo di Troia con dentro una poco gradita sorpresa. Ed è per questo che i consiglieri dell’Upt, che hanno sempre visto la doppia preferenza di genere con poca simpatia, adesso sono molto irritati (eufemismo) con il Pd e con Lucia Maestri, non potendolo essere con Bottamedi che fa il suo mestiere, ovvero mettere in luce le contraddizioni della maggioranza. Un po’ di irritazione ce l’ha anche l’altro firmatario del disegno di legge Giacomo Bezzi: «Io l’emendamento non l’ho firmato. E’ solo della Bottamedi, ma trovo squallido che il Pd lo abbia copiato pari pari. Adesso, però, vedrete che troveranno il trucco. L’opposizione chiederà il voto segreto e gran parte della maggioranza, l’Upt, il Patt e parte del Pd, voteranno contro e non passerà».