«Tasso di contagio sotto l’1» 

L’epidemia. Fugatti annuncia che l’indice Rt del Trentino è sceso allo 0,9, meno della media nazionale, e spera di restare in zona gialla Il presidente ha anche spiegato che da oggi il Ministero classificherà anche i dati dei tamponi rapidi. Il governo conferma il no all’apertura dello sci



Trento. « L’indice di contagio in Trentino è sceso sotto l’1. Siamo allo 0,9 e questo ci fa sperare di poter mantenere la classificazione di zona gialla, anche se la prudenza è d’obbligo». Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti ieri sera durante il punto quotidiano, che si è tenuto dopo il confronto con i ministri della Salute Roberto Speranza e delle Regioni Francesco Boccia alla conferenza Stato-Regioni, ha mostrato un cauto ottimismo per quanto riguarda l’andamento dell’epidemia soprattutto perché l’Rt è sotto la soglia fatidica di 1. Vuol dire che un positivo contagia meno di un’altra persona e questo prelude alla discesa dell’epidemia. Ma Fugatti è comunque cauto: «Domani (oggi per chi legge) l’Istituto Superiore di Sanità darà i dati del monitoraggio settimanale. Ci dicono che l’Rt, l’indice di contagio, è sceso a 0,9. A livello nazionale, invece, è di poco sopra l’1. Gli altri parametri sui quali viene fatto il monitoraggio sono tutti stabili. Rimangono critici il dato sui ricoveri in area medica che in Trentino è ben al di sopra della soglia di allerta e cresce di poco rispetto alla settimana scorsa e anche il dato dei ricoveri in terapia intensiva resta critico e molto superiore al tetto massimo del 30%, ma è comunque in linea con la settimana scorsa. Nel complesso, però, il quadro ci fa ben sperare. Il contagio è in calo e i ricoveri non crescono. Occorre prudenza, ma speriamo di mantenere la zona gialla».

Fugatti ha anche annunciato novità sull’ormai annosa questione dei tamponi rapidi antigenici i cui dati non vengono comunicati al Ministero e quindi non rientrano tra quelli di cui si tiene conto per calcolare l’indice di contagio: «Ci è stato spiegato oggi che dalla settimana prossima il Ministero e l’Istituto superiore di Sanità classificheranno sia i tamponi molecolari che quelli antigenici. Questi ultimi verranno messi in un file separato. Così entrambi verranno pubblicati».

Fugatti ha anche parlato della questione più calda di questi giorni: l’ormai quasi sicura chiusura degli impianti e delle piste da sci durante le vacanze di Natale: «L’Unione europea ha detto che la decisione deve essere dei singoli stati. La Germania pare che sia intenzionata a chiudere, ma l’Austria vuole aprire. Per quanto riguarda l’Italia, il governo ha confermato anche oggi (ieri ndr) la sua posizione rigida per la chiusura almeno fino all’Epifania. Noi crediamo che la chiusura deve essere a livello europeo. La posizione deve essere uguale per tutti. Non è accettabile che l’Austria apra le piste e noi no».

Poi il presidente ha spiegato che ieri è tornato a bussare alla porta del governo per chiedere aiuti: «Abbiamo chiesto garanzie per i ristori, ma non solo per gli impianti di risalita, ma per tutto il mondo che ruota attorno allo sci, per tutti gli operatori che vivono grazie alla stagione invernale. Noi riteniamo che l’impostazione del governo di chiudere a prescindere da quello che fanno gli altri sia sbagliata. Ricordo che il 20% del nostro Pil è basato sul turismo e che a Natale si fa una fetta importante del fatturato annuo. Per questo diciamo che il governo deve farsi carico delle conseguenze delle sue decisioni».

Il ministro Boccia, però, ieri non è stato tenero: «Gli impianti da sci e il sistema vacanze invernali che sono fondamentali per la nostra economia riapriranno quando l'epidemia si sarà raffreddata, speriamo nel giro di un mese, un mese e mezzo. I ristori saranno garantiti per tutte le attività che non potranno aprire». Il ministro ha ribadito che la salute è la priorità del governo: « La sicurezza delle persone e la salute vengono prima di tutto. Dobbiamo chiudere questa seconda ondata evitando la terza e mantenendo la convivenza con il virus con il massimo della sicurezza. Anche in Germania si è scelta la linea della massima prudenza, nella consapevolezza che, come ha detto il ministro Helge Braun, davanti a noi ci sono mesi invernali difficili, e questo vale fino a marzo». U.C.













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