Tambosi, i ragazzi insegnano computer e «app» ai nonni
Il progetto "nonni in rete" rivolto agli over 65: "All'iniziano venivano per imparare a usare il pc, oggi lo smartphone". C'è anche un'allieva 90enne
TRENTO. «La cosa più bella è vedere come, dopo pochi minuti, fra gli anziani e i giovani studenti si crea dialogo, magia, sintonia totale». Succede all’Istituto Tambosi di Trento, dove ormai da sei anni gli studenti si mettono a disposizione per fare «scuola di computer» ai non più giovani. E in questi giorni è partito il nuovo «anno scolastico».
«L’iniziativa “nonni in rete” - spiega il dirigente Andrea Bezzi - è ormai un fiore all’occhiello del nostro istituto e ci dà grandi soddisfazioni».
«Siamo partiti sei anni fa, e a parte qualche difficoltà nel periodo del covid, abbiamo un grande riscontro» spiega il professor Natale Scoppellitti, che è «animatore digitale» dell’istituto. «L'iniziativa è rivolta a persone con più di 65 anni: all’inizio venivano principalmente per imparare ad usare il computer di casa. Oggi invece c’è più interesse per l’uso dello smartphone. Quindi chiedono ai loro giovani tutor soprattutto di imparare l’uso dei social, di whatsapp. chiedono come si fa a “vedere” la via dove vive un figlio lontano, o la zona dove hanno la baita in montagna».
Ma come va il rapporto fra ragazzi e nonni? «E' amore a prima vista: l’anziano viene qui per imparare, ma ha anche molto da raccontare. Abbiamo una signora di 90 anni, assidua frequentatrice, perché dice che altrimenti si sente sola. C’è un ex ufficiale dell’esercito, ed uno della Finanza. Spesso si realizza uno scambio di memoria fra generazioni».
E i ragazzi? «Sono bravissimi. Noi docenti facciamo solo un po’ di spiegazione all’inizio, per prepararli, ma poi si prosegue in autonomia. io dico sempre agli studenti: “rispondete a quello che i nonni vi chiedono”. E funziona».
Il corso è nato nell’ambito del progetto nazionale della Fondazione mondo digitale: «Noi siamo l’unica scuola in trentino - dice Soppellitti - e siamo stati la prima in italia a ripartire. Abbiamo 30 nonni allievi, ma potrebbero essere molti di più, riceviamo continue chiamate, la richiesta è altissima».
Per il professore, non c’è altro che raccontare questa magia: «Il ruolo di tutor è aperto a tutti gli studenti del triennio, ma non solo a quelli di informatica: a tutti e quattro gli indirizzi dell’ITE Tambosi. All’inizio, magari, lo studente che è alla prima lezione è diffidente, si avvicina come ad una minestra che non sa se gli piacerà. Ma io vedo che dopo cinque minuti scatta sempre una scintilla, si crea una relazione unica, io resto sempre esterrefatto, e piacevolmente sorpreso».
Mercoledì al Tambosi è arrivato in visita l'assessore provinciale all'istruzione Mirko Bisesti che ha fatto i complimenti ai ragazzi.
Il progetto si chiuderà, con la consegna degli attestati e le foto ricordo dell'ultimo incontro tra utenti e tutor. La durata totale del corso è di 20 ore da svolgere con 1 incontro a settimana di 2 ore dalle ore 14,10 alle ore 16,10.
«Nei primi anni, dovevamo un po’ cercarci i nonni. Ora - dice il professor Scoppellitti - siamo tempestati di richieste. Ci piace pensare che sia un percorso di arricchimento, ma certamente è un percorso formativo pratico ed umano per i nostri allievi» dice il referente.