Sport Hotel, sì al villaggio Accolto il ricorso di Zadra

Il nuovo progetto con gli chalet bocciato dalle Commissioni per il paesaggio per l’eccessivo impatto. Ma la giunta provinciale ha dato il via libera


di Chiara Bert


TRENTO. Bocciato dalle commissioni per la tutela del paesaggio, ma autorizzato dalla giunta provinciale. Sulle ceneri dello Sport Hotel di Vason, storico albergo del Bondone di proprietà di Franco Zadra, sorgerà un villaggio vacanze composto da un albergo tradizionale e da 10 piccoli chalet. Una soluzione nuova rispetto al progetto che il privato aveva inizialmente presentato che prevedeva un’unica struttura alberghiera. «Una proposta innovativa e condivisibile nell’offerta turistica del monte Bondone - si legge nella delibera approvata venerdì scorso dalla giunta - da valutare con grande attenzione».

L’esigenza di non buttare a mare l’investimento ha spinto la politica (e non è la prima volta che accade) a bypassare il parere negativo dei tecnici chiamati a giudicare la compatibilità del progetto con il paesaggio. Nel caso dello Sport Hotel, le commissioni per la tutela del paesaggio (prima quella comprensoriale, poi - in seguito al ricorso della proprietà - quella provinciale) erano state severe: la nuova versione - con le casette attorno all’hotel - è stata valutata «peggiorativa» sotto il profilo compositivo e dell’inserimento ambientale, con «tipologie e stilemi estranei al contesto che producono un notevole impatto anche oltre il perimetro dell’intervento»; bocciati il disordine nella distribuzione delle residenze e i «richiami folcloristici» come l’uso accentuato del legno e i tetti in scandole, con l’invito a «usare un linguaggio più sobrio e consono al contesto».

Contro il no della commissione comprensoriale, i privati hanno fatto ricorso alla commissione provinciale, spiegando le ragioni del cambiamento di rotta: le dimensioni e il tipo di struttura previsti in un primo tempo non erano economicamente sostenibili, e quindi si è optato per il «villaggio», con un’architettura capace di trasmettere un messaggio forte di vacanza in montagna, l’edificio principale che dia la sensazione di una vecchia malga, l’uso dei materiali naturali (legno e pietra) per far sentire il cliente a contatto con la natura.

I tecnici, chiamati a dare un parere (seppur non vincolante) non hanno gradito e hanno invitato la giunta a non accogliere il ricorso. La contrarietà della commissione non riguardava il principio della nuova scelta progettuale, ma riteneva che fossero necessari una disposizione diversa delle costruzioni e un linguaggio più sobrio. Diversa la valutazione dei politici. Che hanno preferito confrontarsi con il progettista e limare il progetto cercando di renderlo più sobrio. «Il risultato ottenuto - si legge nella delibera - non presenta novità rilevanti rispetto all’ipotesi esaminata dalla commissione - ma è comunque in linea con le esigenze di migliore ambientazione richieste. Pertanto il ricorso, tenuto conto dell’intento di snellire i procedimenti amministrativi, può essere accolto posto che non crea particolari pregiudizi al paesaggio». Tra qualche anno a Vason troveremo dunque gli chalet al posto del vecchio Sport Hotel.

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