Specialistiche, ticket di 3 euro per tutti

Aumenti al via da giugno: scartato l’Icef (troppo oneroso), la giunta riduce l’importo. Farmaci: un euro a ricetta


di Chiara Bert


TRENTO. Rincari in arrivo nella sanità: da giugno i trentini pagheranno 3 euro di ticket sulle prestazioni specialistiche (visite, Tac, Pet, chirurgia ambulatoriale). Non saranno 10 euro, come annunciato a novembre e come già avviene nel resto d’Italia: il ticket sarà più basso, 3 euro appunto, ma sarà uguale per tutti, senza distinzioni di reddito. Dunque senza il tetto di 30 mila euro di reddito previsto dalla giunta provinciale lo scorso novembre, in fase di costruzione della manovra finanziaria. Lo ha annunciato ieri l’assessora alla salute Donata Borgonovo Re che ha presentato il provvedimento alla quarta commissione: la delibera è stata approvata con tre voti della maggioranza (Detomas, Plotegher e De Godenz) e due contrari (Viola e Zanon), mentre Bezzi (FI) e Cia (Civica) hanno abbandonato la seduta per protesta contro «l’ennesimo salasso» (ne riferiamo nell’articolo a fianco).

Prestazioni specialistiche, niente Icef. Previsti a bilancio per il 2015, i ticket erano stati sospesi sulla base di un ordine del giorno del consiglio (proposto dal Pd) che impegnava la giunta ad introdurli solo in presenza di un indicatore che tenesse conto di reddito e patrimonio. La giunta si era data la scadenza di marzo per attendere che lo Stato definisse il ricorso all’indicatore Isee: se così non fosse stato, la Provincia avrebbe introdotto un proprio indicatore. In assenza di decisioni da parte di Roma, un gruppo di lavoro ha studiato la soluzione Icef, che è però stata scartata perché - ha spiegato Borgonovo Re - avrebbe comportato un impegno troppo complesso nella raccolta dei dati, costi per il servizio dei Caf e per i controlli, un doppio regime per i trentini e gli utenti residenti fuori provincia ai quali va applicata la norma nazionale. Un impegno che alla fine avrebbe gravato sui cittadini fino all’introduzione del nuovo meccanismo statale a cui anche il Trentino dovrà adeguarsi. «Per questo - ha aggiunto l’assessora - abbiamo scelto di non introdurre la quota massima di 10 euro prevedendo un ticket di 3 euro a ricetta, così da ridurre il più possibile l'impatto e salvaguardando tutte le esenzioni per patologia e per reddito presenti nel nostro sistema sanitario. Pensiamo che sia una misura sostenibile».

L’impatto. Il dirigente del Servizio politiche sanitarie Andrea Maria Anselmo ha fornito i dati: su 1,9 milioni di ricette emesse in Trentino, quelle relative a soggetti paganti sono attualmente 830 mila, circa il 40%, imputabili a 230 mila persone. Mediamente quindi le ricette per ogni soggetto sono tre: 72.000 persone ne hanno una sola all’anno, 3.000 ne hanno 10, 167 arrivano a 20 e 522 superano le 20. Tra questi 522, con il ticket di 3 euro solo 35 si troverebbero a pagare più di 100 euro all’anno ma la metà di questi, 18-19 persone, otterrà l’esenzione per patologie croniche.

Tetto di 100 euro. L’assessora ha accolto la proposta di Mattia Civico (Pd) di introdurre un tetto massimo individuale di 100 euro all’anno (circa 33 ricette) a protezione di coloro per i quali gli oltre 100 euro potrebbero costituire un problema serio. Walter Viola (Pt) ha chiesto che il tetto sia familiare, ipotesi però difficile da appllicare secondo il direttore dell’Azienda sanitaria Luciano Flor.

Gettito di 2 milioni. Il gettito stimato sarà di poco più di 2 milioni all’anno, in aggiunta ai 17 milioni di incasso attuale dalle prestazioni specialistiche. Nella delibera si ricorda che l’incasso previsto a bilancio dai ticket è di 3,8 milioni.

Farmaci: un euro a ricetta. L’assessora ha confermato anche l’introduzione del ticket di un euro su ogni ricetta farmaceutica, «una linea più delicata rispetto a quella nazionale - ha ricordato - che evita i 2 euro su ogni confezione». Su 4 milioni di ricette prescritte ogni anno, circa 3 milioni non vengono pagate perché i pazienti sono esentati.

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