Sorrentino, la famiglia teme i creditori
La moglie fu indotta dal marito a sottoscrivere garanzie. Pronto un ricorso al giudice tutelare per salvaguardare la figlia
BOLZANO. Non c’è tempo per abbandonarsi al dolore. Pochi giorni dopo la sconvolgente tragedia dei due bimbi uccisi dal padre Gabriele Sorrentino (che poi si è suicidato lanciandosi nel vuoto dalle rocce panoramiche di Sardagna) la moglie Sara Failla deve iniziare a fare i conti concretamente con la situazione economica lasciata in eredità dal marito. Ed è una situazione pesantissima in primo luogo perché i due coniugi erano in regime di comunione dei beni ed in secondo luogo per il fatto che la signora Failla accettò di sottoscrivere garanzie personali circa la completa restituzione delle somme che conoscenti e amici consegnavano al marito per investimenti in Borsa.
La signora Failla, dunque, non solo è chiamata a rispondere dei debiti contratti dal marito (per effetto della comunione dei beni) ma verrà chiamata anche a tener fede alla garanzia personale a suo tempo prestata. Di per sè si tratta di una condizione del tutto anomala in quanto la donna non sarebbe stata assolutamente in grado di posizionarsi come garante posto che non risultava (e non risulta) titolari di beni finanziari o immobiliari.
Di fatto, comunque, la signora Failla risulta - proprio per queste garanzie sottoscritte per agevolare il marito - indebitata sino al collo nei confronti dei creditori del marito. Nei giorni scorsi la donna si è rivolta ad un gruppo di avvocati (sia a Trento come a Bolzano) per verificare come poter affrontare la situazione anche in considerazione della necessità di far fronte alle esigenze della figlia sedicenne. E’ molto probabile infatti che i creditori prima o poi si attivino per il pignoramento anche di una parte dello stipendio mensile della donna.
Proprio per questo i legali stanno studiano la possibilità di chiedere l’intervento di un giudice tutelare che autorizzi (sotto controllo diretto giudiziario) l’accensione di un conto corrente riservato alla ragazzina in maniera da difendere dal possibile assalto dei creditori eventuali aiuti economici che la madre potrebbe ricevere nei prossimi mesi anche da amici, parenti o enti pubblici. Che la situazione imponga un intervento anche pubblico a sostegno della famiglia colpita dalla tragedia è fuori discussione ma sarà prima necessario impostare bene la gestione delle possibili risorse per cercare di evitare che siano solo i creditori ad avvantaggiarsene.