Sorpresa ai giardini di Rovereto: gratis i quadri appesi agli alberi
Dosoz: «Ognuno poteva prendere quello che voleva Più felice nel regalare un’opera piuttosto che venderla»
RO VERETO. Una forma di protesta? Perché no. Una performance provocatoria? Ci può anche stare. La voglia di lasciarsi alle spalle un passato per ricominciare? Anche questo è uno degli elementi che hanno contrassegnato la performance artistica di Nicolas Dorosz, di origini argentine, 35 anni, da sette anni residente a Rovereto e dipendente della Rovercolor di via Paoli. In sostanza Dorosz ha voluto creare un evento a sorpresa per vedere la reazione della gente. Con un amico l’altra notte è andato ai giardini Italia di via Dante dove ai rami degli alberi ha appeso 45 suoi quadri. All’indomani mattina si è presentato al parco per guardare la reazione di chi frequenta i giardini: c’è chi osservava incuriosito, chi si chiedeva cosa ci facessero quei quadri appesi ai rami, chi ha apprezzato la tecnica di Dorosz e chi finalmente, visto che era quello l’obiettivo, ha iniziato a tagliare lo spago per portarsi a casa il quadro.
«Era esattamente quello che volevo - racconta il giovane artista - perché volevo che gente che non conosco portasse a casa qualcosa di mio. E visto che l’hanno fatto in tanti sono contentissimo perché dare un segnale di svolta alla mia vita personale ed artistica. Il mondo dell’arte è molto svalorizzato - spiega - Mi fanno fare dei quadri e poi non pagano. Oppure chiedi cento e ti offrono dieci. Stare lì a trattare significa sminuire il mio lavoro. Ed ero stufo di questa situazione, così come non mi sentivo appagato. Quindi. mi sono detto, bisogna ricominciare daccapo, da come quando ero in Spagna e lavoravo con due colori e due tele».
E allora perché non tagliare con il passato? Perché non consentire a persone che manco conosci di aiutarti a compiere questa operazione tagliando lo spago dei quadri appesi? «E’ stato emozionante incontrare tanta gente felice di portarsi a casa un quadro tuo. E anch’io sono stato felice nel regalarli piuttosto che chiedere dei soldi. Questa gente mi ha aiutato a liberarmi di un peso perché ero sofferente. Ora voglio ripartire con una tela e due o tre pennelli per lavorare in maniera più tranquilla»
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