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Sono 3.200 le aziende con capo straniero

Il dato è contenuto in un dossier presentato ieri da Cinformi. Oltre 51 mila sono i residenti in Trentino


di Sofia Verza


TRENTO. «Straniero» come sinonimo di diverso, estraneo. Un aggettivo che non risparmia nemmeno gli immigrati comunitari nel nostro paese, come attesta il caso dei romeni. «Straniero» è un termine a cui spesso segue un atteggiamento preciso nei modi di fare e percepire il rapporto con l’altro e se non supportato da strumenti informativi rischia di condurre a situazioni di chiusura e pregiudizio. Per lenire il problema della disinformazione, anche quest’anno l’Unione Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, ha realizzato il dossier statistico sull’ immigrazione «Dalle discriminazioni ai diritti», fotografando il fenomeno migratorio in Italia. Dossier che è stato presentatodal Cinformi, l’unità operativa che facilita l’accesso dei cittadini stranieri ai servizi pubblici, offre consulenze giuridiche nonché supporto linguistico e culturale.

I dati sono spunto per profonde riflessioni sul fenomeno migratorio in Trentino e sulla percezione degli abitanti «di vecchia data» delle varie categorie di immigrati - da chi ottiene la residenza ai richiedenti asilo. «I residenti stranieri in Italia sono circa 5 milioni, di cui 50 800 in Trentino, in percentuale maggiore rispetto alla media nazionale - dice Serena Piovesan, sociologa di Cinformi -. L’incidenza è più elevata in alcune località: a Trento i residenti stranieri sul totale di persone immigrate sono l’11,6%; in quattro Comunità di Valle, tra cui ad esempio Vallagarina, l’incidenza è superiore al 10%. Anche l’acquisizione di cittadinanza è in crescita in Trentino (1784 nel 2013). Le principali collettività residenti in Trentino provengono da Romania, Albania, Marocco, Macedonia e Moldova. Il 27 per cento sono cittadini comunitari, superando la media nazionale. Numerose ricerche dimostrano che l’idea di radicalizzazione sul territorio è sempre maggiore: molti stranieri sono qui da anche tre generazioni.

La crisi economica sembra coinvolgere ogni aspetto della società italiana, influendo anche sui fenomeni migratori; nonostante ciò, gli esperti di Cinformi ritengono sia ancora la ricerca di lavoro la motivazione principale per cui l’Italia attira soggetti stranieri. In particolare lo status di regione a statuto speciale rende il Trentino una delle mete privilegiate da chi arriva in Italia, anche se l’incremento di popolazione straniera nel nostro territorio tra 2012 e 2013 è stato del 4,4% - in netta decrescita rispetto agli anni pre-crisi.

Vedere il bicchiere mezzo pieno è più comune per i lavoratori stranieri rispetto agli italiani: gli immigrati hanno una percezione della qualità della vita più alta degli italiani, dovuta sia alla maggior capacità di accontentarsi che alla più forte tensione verso il futuro. «Si è creato il curioso binomio pessimismo-tolleranza: le preoccupazioni legate alla crisi economica hanno portato l’italiano a declassare il problema dell’immigrazione di fronte a quello della disoccupazione» dice il coordinatore di Cinformi, Pierluigi La Spada. La crisi incide anche sui livelli occupazionali degli stranieri ma i dati sono positivi per le attività autonome: 3200 le imprese trentine con a capo una persona nata all’ estero, il 6.3%.

Di enorme interesse, infine, i dati portati da Piovesan relativamente ai livelli di istruzione: quasi 12 400 i minori stranieri in Trentino, di cui 9.400 iscritti nelle scuole locali; «Le scuole dell’infanzia vedono una percentuale altissima di bambini stranieri»: dati importanti alla luce delle recenti proposte di cittadinanza per i minori che concludono un ciclo scolastico in Italia.













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