Sms e minacce contro chi gli vendeva la casa

Aveva già versato la caparra di 45 mila euro ma poi aveva chiesto dei lavori di manutenzione. Davanti al rifiuto dei venditori, sarebbe iniziato l’«assedio»



TRENTO. Tutto era iniziato nel migliore dei modi. Una casa da vendere e un compratore al quale la casa piaceva molto. Tutto liscio, accordo raggiunto e stipula del preliminare di vendita con il versamento a favore dei venditori, di una caparra da 45 mila euro. Sembra il canovaccio di una qualsiasi compravendita immobiliare ma non è stato così e la vicenda è finita in tribunale con l’acquirente denunciato per stalking dai venditori.

Tutto sarebbe nato quando - firmato il preliminare - l’aspirante acquirente avrebbe richiesto ai venditori di fare alcune modifiche. C’erano, a suo dire, degli interventi di manutenzione che dovevano essere pagati dai venditori. Che non la pensavano nella stessa maniera. E così hanno iniziato a ricevere decine e decine di sms (fino ad arrivare a superare quota trecento). Sms in cui venivano definiti delle «carogne» o che sostenevano che dovevano essere puniti «e se non lo farà la legge lo farò io di persona». E i toni diventano sempre più pesanti come «ora so cosa devo fare: spaccarvi la faccia brutti delinquenti . Solo quello meritate. Bastardi». I destinatari i tre fratelli che si erano occupati della compravendita. L’uomo, infatti, davanti al rifiuto di eseguire i lavori di manutenzione, chiedeva di ritornare in possesso della caparra che era stata versata. E le sue ragioni le palesava anche nei messaggi che inviava dal cellulare. Come «ultima settimana per ridare i soldi. Poi non mi importa più dei soldi. Voglio da voi quello che avete di più caro». E ancora «se non me li restituite tutti ma proprio tutti non avrete più pace».

E poi i tre hanno denunciato anche un altro episodio avvenuto - a loro dire - mentre la sorella si trovava all’interno dell’appartamento al centro del fatto. Lì sarebbe arrivato anche il venditore che avrebbe spintonata e l’avrebbe anche minacciata di colpirla con un martello.

Tutto questo ha avuto anche delle conseguenze per i fratelli con tanto di diagnosi che parla di «stato d’ansia con grave insonnia tenace in conseguenze delle minacce gravi. Insomma una situazione che potrebbe rientrate all’interno di quanto previsto dall’articolo 612 bis del codice penale, ossia quello che si occupa di definire lo stalking. Nell’udienza di venerdì la difesa dell’uomo ha chiesto termini a difesa visto che era subentrata ad un collega solo da un giorno. E quindi l’udienza è stata rinviata dal giudice La Ganga ai primi giorni del prossimo novenbre.

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