Shopping festivo, in Trentino arriva la stretta

Olivi: «Pochi Comuni con aperture per 12 e 9 mesi. E più omogeneità»


Chiara Bert


TRENTO. È passata come la riforma che liberalizza le domeniche di shopping. In realtà la nuova legge provinciale del commercio imporrà una stretta ai Comuni «turistici» che potranno aprire per 12 mesi all'anno. E saranno pochi anche quelli che potranno aprire la domenica per 9 mesi. L'assessore Olivi ha avviato le consultazioni con le categorie: criteri pronti entro maggio.
L'assessore al commercio ha incontrato gli operatori commerciali e i sindacati per iniziare a delineare i criteri in base ai quali i Comuni potranno avvalersi dello status di Comune a matrice turistica, ad alta o media attrazione commerciale. Una classificazione che farà la differenza per quanto riguarda la possibilità di tenere aperti i negozi la domenica. I Comuni turistici, che saranno qualificati con un provvedimento della giunta provinciale, potranno garantire lo shopping festivo per 12 mesi l'anno. «Ma attenzione - avverte Alessandro Olivi - questi saranno in numero più ridotto, frutto di un'attenta selezione. Dovranno essere caratterizzati da una doppia stagionalità e da una struttura economica chiaramente vocata al turismo anche in termini di accoglienza».
L'apertura totale dunque sarà per pochi eletti. «La maggioranza dei Comuni - spiega l'assessore - sarà nella fascia a media densità commerciale, con una possibilità di apertura fino a 7 mesi all'anno. Infine pochi Comuni, quelli più grandi e con una forte concentrazione di negozi, saranno quelli "ad alta densità", con deroghe fino a 9 mesi», ovvero 36 domeniche oltre alle 4 di dicembre.
Quest'ultima è la categoria a cui punta il Comune di Trento (che pure ha già detto di non voler utilizzare l'intero «pacchetto» di 40 domeniche, ma solo qualcuna in più delle 9 di oggi) e in cui dovrebbe ricadere Pergine, che oggi con il suo centro commerciale è il tempio dello shopping festivo in provincia, e grazie alla vecchia normativa oggi può aprire per 10 mesi, esclusi maggio e ottobre.
«Nel prossimo mese valuteremo le richieste delle categorie, che ci chiedono soprattutto provvedimenti omogenei sul territorio», prosegue Olivi, «ma oggi l'omogeneità manca perché la vecchia legge non la garantisce e per effetto di alcuni provvedimenti una tantum per certi Comuni (vedi Pergine, ndr) che rispondono a logiche che con il turismo c'entrano poco». L'assessore punta a chiudere entro maggio, poi la palla passerà ai consigli comunali che dovranno decidere sul numero di aperture dei negozi: «Sarà un banco di prova, abbiamo dato ai Comuni l'autonomia che chiedevano, spero che la usino con senso di responsabilità».

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