Sfida primarie, sale la temperatura

Pd e Upt sferzano Rossi: «Grave l’apertura a Grisenti». Nicoletti a Dellai: «Abbiamo dimostrato di tenere alla coalizione»


di Chiara Bert


TRENTO. A meno cinque giorni dal voto si alza la febbre da primarie. Dopo settimane di fair play e calma piatta, tra i candidati e i rispettivi partiti i toni si alzano, segno che la sfida è entrata nel vivo. Sabato il centrosinistra autonomista deciderà il proprio candidato alla presidenza della Provincia alle elezioni di ottobre, «e ai trentini non sfugge che in queste primarie si decide il futuro presidente», avverte Roberto Pinter (Pd). Lo scontro, più o meno latente, resta centrato sul possibile sostegno sottobanco dei grisentiani al candidato del Patt Ugo Rossi. La smentita di Progetto Trentino per bocca di Walter Viola («Non esiste, Rossi se ne faccia una ragione») non sembra aver convinto tutti. Ieri Ugo Rossi ha cercato di sgombrare il campo: «Non ho cercato nessuno e nessuno ha cercato me, Patt e Progetto Trentino rappresentano due forze elettoralmente contigue e saremo concorrenti, immaginare altro è fantapolitica».

Caso chiuso? Non proprio, a sentire gli altri due principali candidati, gli assessori di Pd e Upt. Nella conferenza stampa convocata ieri mattina dai vertici Pd con il candidato Alessandro Olivi, il segretario Michele Nicoletti è stato netto: «Non ci sono spazi per aperture a forze esterne alla coalizione, nel programma del centrosinistra autonomista ci sono scelte chiare anche sulla viabilità e tra queste non c’è la Valdastico» (chiaro riferimento all’apertura soft di Rossi). E ancora: «Progetto Trentino è alternativo a noi, tutti gli alleati rimangano fedeli e leali, la barra dev’essere dritta». Nel pomeriggio, inaugurando in via del Simonino uno spazio elettorale-informativo nel cuore della città, è stato il candidato Upt, l’assessore Mauro Gilmozzi, a stigmatizzare la mossa di Rossi: «Mi sarebbe piaciuto sentire da lui una posizione più netta su eventuali sostegni da Pt, sarebbe gravissimo se ci fosse un inquinamento del voto. Detto questo - ha aggiunto - mi pare più una tattica elettoralistica che un problema reale». Anche perché, notava ieri un alto esponente Upt, chi se li vede i grisentiani presentarsi sabato ai seggi, visto che nei paesi, ma anche nei sobborghi cittadini, li conosciamo?

Lorenzo Dellai dopo la sferzata a Rossi, ieri ha usato toni più soft: «In un sistema come il nostro dove le primarie non sono strutturate e regolamentate, sta alla responsabilità di tutti evitare che rischi di inquinamento condizionino la chiarezza delle posizioni politiche. Occorre evitare interventi strumentali che prefigurino rapporti diversi al di fuori della coalizione, questo per evitare che le primarie ci indeboliscano anziché rafforzarci».

Tra Pd e Upt ci si contende il ruolo di «baricentro della coalizione». Dellai lo aveva rivendicato all’Upt e ieri ha ribadito: «Gilmozzi è un candidato fortemente coalizionale, sabato gli elettori votino pensando a chi ha più chance di vincere a ottobre». A distanza, la risposta di Nicoletti: «Qui non ci sono forze più baricentriche di altre, alle politiche abbiamo dimostrato di volere una coalizione unita e per garantirlo abbiamo fatto anche dei passi indietro. Non vogliamo ruoli di egemonia e non abbiamo sostenuto la logica del partito più grande. Abbiamo voluto le primarie proprio perché siano gli elettori a scegliere il candidato presidente della coalizione». «Il Pd è garante della coalizione per la sua classe dirigente e per la sua capacità di interpretare il pluralismo», ha detto Alessandro Olivi, «siamo i garanti di un cambiamento affidabile».

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