Sella senz’auto, già si pensa alla replica
Gilmozzi: «Buona la prima, ora parliamo con il Veneto». Ma tra le ipotesi c’è pure l’estensione del progetto al Costalunga
PASSO SELLA. La grande bellezza del Passo Sella immerso nel silenzio è andata in scena ieri, per l’ultima volta di questa stagione, con DolomitesVives. Tante le persone salite sul valico per il nono mercoledì dell’estate con accesso sostenibile, dalle 9 alle 16, dedicato alle proposte culinarie dei sei chef stellati di “Cook the mountain”. E’ finita la prima, ma è già annunciata la replica.
«È stata un’esperienza positiva, un esperimento tra i primi di questo genere in Europa, che ha destato interesse: c’è pure chi ci ha chiesto il “brevetto” di Dolomites Vives per realizzare l’iniziativa in altre località» ha dichiarato l’assessore provinciale alle infrastrutture e all’ambiente Mauro Gilmozzi che ieri dal passo ha raggiunto a piedi il Rifugio Friedrich August.
Un progetto pilota che, sulla strada della sostenibilità, ha visto unite le Province di Trento e Bolzano: «La governance dei passi non può che essere collaborativa, ecco perché, dopo quest’esperienza, si dovrà aprire un dialogo anche con il Veneto. Essere arrivati alla fine, con il gradimento e il sostegno dei turisti e di molti di coloro che hanno partecipato al progetto, è di per sé un ottimo risultato. Ma la sfida che abbiamo di fronte resta ancora questa: l’accesso sostenibile ai passi. Che sia emersa questa volontà in modo chiaro ci permetterà di confrontarci, aprendo anche all’apporto partecipativo degli operatori più spaventati che, nel corso dei diversi mercoledì, si sono in parte rasserenati». Sembrano esserci, quindi, tutte le premesse per un’edizione 2018 di Dolomites Vives: «E io sarò tra quelli che la sosteranno», conclude Gilmozzi.
Mentre il ricorso degli operatori economici dei passi è tuttora pendente al Tar (ma ai ricorrenti è stata negata la sospensione urgente) c’è un’ipotesi rivoluzionaria sul tavolo: tentare l’allargamento dell’esperimento al passo Costalunga, al confine tra Bolzano e Trento come il Sella, particolarmente trafficato in estate. Un’ipotesi ambiziosa e difficile, si tratta di una via di collegamento importante, ma comunque possibile in base alle nuove competenze delle due Province autonome.
Sul fatto che sia necessario andare avanti il governatore Ugo Rossi è d’accordo e - dopo essersi confrontato pure con il collega altoatesino Arno Kompatscher - conferma la linea green: «E’ questo l’approccio giusto per il nostro ambiente e il nostro turismo». Rossi ammette che “gli operatori turistici hanno accusato una diminuzione degli accessi che dovrà essere affrontata” ma parla di “estensione del progetto” e anche della necessità di finanziare la mobilità sostenibile: «Mi immagino parcheggi interrati e quindi poco impattanti (in fondo valle ma anche in quota) gestiti a pagamento i cui introiti dovranno finanziare la nuova mobilità, ad esempio con mezzi di trasporto pubblico elettrici». Il governatore ha parlato anche di ipotesi di pedaggio (sempre finalizzato a finanziare le nuove forme di mobilità) e conferma: «L’esperimento di quest’anno è un punto di partenza, con la strada al servizio delle attività sportive o del silenzio. Una via che funziona anche per il Monte Bondone come abbiamo visto nei giorni scorsi».
Sul fronte degli impiantisti meno entusiasmo, come emerge dalle parole di Daniele Dezulian, amministratore degli impianti a fune della valle di Fassa: «Solo alcuni eventi organizzati nei mercoledì (in particolare I Suoni delle Dolomiti) hanno evidenziato aumenti significativi nei passaggi sui nostri impianti a fune. E contemporaneamente alla chiusura del Sella abbiamo registrato una diminuzione di accessi sul Pordoi. Siamo tutti d’accordo di lavorare per l’aumento della qualità ambientale dei nostri passi (il problema del rumore è reale) ma restiamo convinti che la chiusura sia un intervento molto penalizzante».
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