Sciopero: in cinquemila al corteo della Cgil a Trento

Ma al comizio va in scena la contestazione: uova contro il segretario Burli


Jacopo Tomasi


TRENTO. Quasi 5.000 persone hanno partecipato al corteo organizzato dalla Cgil per le vie di Trento nella giornata dello sciopero generale. Alta la percentuale di lavoratori che hanno incrociato le braccia, soprattutto alla Whirlpool e alla Dana. Attimi di tensione, in piazza Battisti, quando il segretario generale, Paolo Burli, è stato contestato con lancio di uova e fumogeni.  Il corteo è partito da piazza Duomo alle 9.30. Un fiume rosso, come le bandiere e i cartelli dei manifestanti, che ha invaso le vie del centro per arrivare in piazza Battisti due ore più tardi. Una manifestazione vivace e rumorosa, tra musica, fischietti e slogan di protesta. Sembravano tanti cortei in uno: in prima fila metalmeccanici e insegnanti, a chiudere il lunghissimo plotone pensionati, studenti e universitari.  L'adesione allo sciopero ha soddisfatto la Cgil trentina. Secondo i primi dati relativi alle fabbriche il 96% dei lavoratori ha incrociato le braccia alla Whirlpool, il 92% alla Dana, il 90% alla Vetri Speciali. Adesioni più basse alla Ebara (75%), Luxottica (65%) e Cartiera del Garda (60%)  Come atto simbolico alcuni studenti in mattinata avevano chiuso con dei nastri anche gli ingressi delle scuole superiori e di Lettere e Sociologia, dove sono saltate diverse lezioni. Non ci sono, però, numeri relativi alla partecipazione di insegnanti, dipendenti della sanità e del pubblico impiego, ma il segretario della Fp Cgil, Giampaolo Mastrogiuseppe, si dice «soddisfatto per la buona adesione».  Verso le 11.30 è iniziato il comizio in piazza Battisti. Quando ha preso la parola il segretario generale Paolo Burli, sotto al palco è scattata la contestazione con lancio di fumogeni e uova. Tra i contestatori Fulvio Flammini della Filt Cgil, da tempo in rotta col sindacato di via Muredei a causa di un licenziamento a suo carico, qualche esponente della Filcams e giovani del Centro sociale Bruno. «Quattro imbecilli», li ha definiti in una nota Burli, che ha comunque portato a termine il suo discorso, nel quale ha parlato di una Cgil «unita e compatta dalla parte dei lavoratori. Siamo qua per dare un futuro al Paese». E poi ha attaccato il segretario della Cisl, Lorenzo Pomini: «Deve avere più rispetto per i lavoratori che scioperano perché lo sciopero, soprattutto in un momento di crisi, è un sacrificio».  La manifestazione si è conclusa alle 13 sulle note reggae di Anansi. In realtà, un centinaio di persone ha proseguito con un mini corteo non autorizzato (e per il quale potrebbero scattare denunce). Esponenti della Filcams e della Filt, assieme ai giovani del Centro sociale, hanno bloccato il traffico in piazza Venezia, alla stazione e concluso la protesta verso le 15 davanti alla Regione.













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