«Salvi gli alberi dei violini di Stradivari»
Fabio Ognibeni, titolare dell’azienda che fabbrica casse armoniche per pianoforti e strumenti ad arco, è ottimista
TRENTO. «Il bosco degli abeti di risonanza di pregio ha retto. Ci sono stati danni, anche alcune zone in cui il vento ha abbattuto parecchi alberi, ma sostanzialmente ha retto. Per noi, però, ci sono danni economici seri lo stesso». Fabio Ognibeni è il patron della Ciresa, antica azienda di Tesero che produce casse armoniche per i migliori pianoforti del mondo e pezzi per violini e liuteria in generale, oltre alle ormai notissime opere sonore, diffusori acustici creati con il legno degli abeti di risonanza. Per lui il legno dei boschi del versante nord del Lagorai e della val di Fiemme, più in generale, è di importanza vitale. Il vento con raffiche fino a 140 chilometri all’ora che ha abbattuto due milioni di metri cubi di alberi poteva mettere in ginocchio anche la sua azienda, ma nella grande sfortuna, gli abeti di risonanza, sono stati in larga parte risparmiati.
Anche il bosco che suona, che si trova nei pressi di Predazzo è stato risparmiato. «Bisogna distinguere. Il bosco che suona con gli alberi dedicati ai grandi musicisti ha subito pochi danni. La parte di bosco a quote più alte, oltre i 1700 metri , con gli abeti di risonanza ha subito qualche danno, ma in generale non troppi. Ci sono state delle bolle in cui gli alberi sono stati abbattuti, ma più in generale il bosco ha retto. La zona con gli abeti di risonanza di pregio migliori si trova sul versante nord del Lagorai. Noi prendiamo da lì quasi tutti gli alberi che ci servono per le nostre tavole armoniche, circa 450 metri cubi di legname. Il maltempo, comunque, ci crea parecchi problemi indiretti. Infatti, con tutti gli alberi che sono stati abbattuti dal vento, sarà difficile che ne vengano tagliati altri per qualche anno. Quindi, probabilmente, dovremo scegliere tra gli alberi caduti. Però dovremo farlo prima dell’estate, quando gli alberi deperiranno. Adesso spero vivamente di trovare persone sensibili alla Magnifica Comunità che mi diano una mano».
Per Ognibeni potrebbe trattarsi anche di un salasso economico non indifferente: «Probabilmente dovremo spendere in un anno quello che di solito spendiamo in tre anni per accumulare legno sufficiente per i prossimi anni. Attualmente abbiamo 12 mila casse per violini già pronte e legno per altri 12 mila. Il problema sarà per le casse armoniche per i pianoforti. Dovremo mettere da parte il legno per almeno i prossimi tre anni e quindi dovremo acquistare subito il triplo della quantità che acquistiamo di solito. Sarà un investimento imprevisto molto pesante». E proprio in questo periodo Ognibeni sta mettendo a punto un nuovo progetto imprenditoriale: il primo pianoforte senza corde, ma fatto tutto con legno degli abeti di risonanza della val di Fiemme. (u.b.)