Sait, in via Maccani arriva un maxi-centro commerciale
In via Maccani l'area di sessantamila metri quadrati che ospitava la vecchia sede del Sait diventerà un «polo commerciale alternativo che serva a decongestionare il caro affitti del centro storico». Così il presidente del Sait Giorgio Fiorini, definisce il progetto, che si potrebbe tradurre sulla carta, e poi in realtà, in un supermercato di cinquemila metri quadrati ed un centinaio di piccoli negozi, più le aree dedicate a spazi comuni e ad altri servizi. Un vero e proprio maxi-centro commerciale, insomma, di quelli che al momento si vedono solo nel bresciano oppure nel veronese: sarebbe il primo a nascere in città
TRENTO. Altro che Ikea. A Trento non sbarcherà il colosso svedese dei mobili, o almeno non in via Maccani. L'area di sessantamila metri quadrati che ospitava la vecchia sede del Sait, aspira infatti a diventare un «polo commerciale alternativo che serva a decongestionare il caro affitti del centro storico». Così il presidente del Sait Giorgio Fiorini, definisce il progetto, che si potrebbe tradurre sulla carta, e poi in realtà, in un supermercato di cinquemila metri quadrati ed un centinaio di piccoli negozi, più le aree dedicate a spazi comuni e ad altri servizi. Un vero e proprio maxi-centro commerciale, insomma, di quelli che al momento si vedono solo nel bresciano oppure nel veronese: sarebbe il primo a nascere in città.
«Siamo una rete di distribuzione, mi pare ovvio avere l'ambizione di fare il nostro mestiere - afferma Fiorini - sappiamo che si tratta di un'operazione nient'affatto semplice, ma è anche un'operazione di qualità e quindi non abbiamo nessuna fretta di concludere. Lasciamo l'area di via Maccani per spostarci in primavera in quella del nuovo magazzino vicino all'Interporto. Decentrata, ma vicino all'autostrada e quindi più funzionale, senza produrre più eccessivo traffico. D'altra parte per i magazzini arrivano almeno cento camion al giorno». Per quanto riguarda la viabilità, bisognerebbe comunque trovare il modo per far scorrere in maniera fluida il traffico, anche se ci sono già in programma nuove opere nei pressi: la grande rotatoria all'altezza della nuova sede dei vigili urbani e l'altra bretella in via delle Bettine per immettersi sulla tangenziale.
Ora bisogna vedere quale sarà la risposta dell'amministrazione pubblica e soprattutto dei commercianti, che vedono spesso la nascita di un centro commerciale come una minaccia alla propria sopravvivenza. «Abbiamo ovviamente intenzione di procedere in linea non solo con l'amministrazione locale, ma anche con gli operatori del commercio e le loro categorie. Saranno coivolti anche loro nella realizzazione del polo commerciale, e ne trarranno comunque dei benefici», dice il presidente del Sait.
Fiorini infatti è convinto che questo tipo di operazione possa servire a decongestionare i prezzi degli affitti del centro storico, divenuti ormai insostenibili da parte degli esercenti (si vedano le numerose chiusure degli ultimi due anni in centro, ultimo in ordine di tempo "Cisalfa" in piazza Battisti) e da chi voglia aprire una nuova attività. Con l'ovvia conseguenza di prezzi particolarmente alti per i consumatori. «I veri nemici dei commercianti, soprattutto per le realtà più piccole, sono gli affitti alle stelle degli immobili - prosegue il presidente - non la nascita di un polo commerciale».
E se questo progetto non si potesse tramutare in realtà, quale alternativa si propone per quell'area? «Bisogna sempre avere un sogno, un obbiettivo a cui aspirare. Ogni realtà ne ha uno e questo è uno di quelli che ci piacerebbe realizzare. Non importa in che tempi. La Cooperazione ha una vita lunga, una tradizione che dura da tempo e sappiamo di averne ancora molto a disposizione. Se non riusciremo noi a concretizzare il progetto, lo farà chi verrà dopo di noi e prenderà i nostri posti. Mi piace definire il sistema cooperativo una «società inter-generazionale», dove c'è spazio anche per i progetti a lungo termine». Insomma, il Sait ci crede ed è pronto a realizzare il maxi-centro.