«S. Maria, pronto a trovare una soluzione»
Andreatta: «Incontrerò il parroco». E il sacrestano: «Sono ladri professionisti, che pedinano i fedeli»
TRENTO. «Non è un atto contro qualcuno, né una volontà di spettacolarizzare il problema. Ho deciso di chiudere la chiesa da mezzogiorno per salvaguardare un luogo sacro e per tutelare la sicurezza di chi ci entra e di chi è al servizio dell’istituzione, come il sacrestano». A parlare è il parroco della basilica di Santa Maria Maggiore, don Andrea Decarli, protagonista di una decisione che ha creato scalpore: quella di tenere aperta la chiesa solo la mattina, in seguito ad una serie di furti (tentati e andati a segno) e di danneggiamenti. Un brutto segnale, anche per i turisti che a Trento hanno come tappa d’obbligo sulle guide e nelle visite guidate, la chiesa di Santa Maria, sede storica del Concilio di Trento.
Il parroco ammette che la situazione di degrado nella zona di Santa Maria Maggiore e vie limitrofe è pesante. «Da anni qui la situazione è grave - afferma don Decarli - e gli episodi contro la chiesa, sia di chi attenta ai beni custoditi in chiesa, sia di chi sporca all’esterno sono sotto gli occhi di tutti. Tanto è stato fatto per restaurare la basilica, riqualificare ed animare la piazza. Ma non basta». Conclude don Decarli: «Certo, ho messo il cartello nella speranza che qualcuno ci dica come possiamo risolvere il problema, perché io non ho risorse né persone per farci fronte».
Chiamati in causa l’amministrazione comunale ed il sindaco Andreatta in particolare, quest’ultimo esprime solidarietà al parroco. «Don Decarli è un mio interlocutore - dichiara Andreatta - così come lo sono i rappresentanti del Comitato rinascita di Torre Vanga e quelli della Fondazione De Marchi. La chiesa di Santa Maria Maggiore è un patrimonio di tutta la comunità, non solo quella religiosa, perciò non si può che stare dalla parte del parroco e cercare di trovare una soluzione». Il sindaco riferisce di avere sentito don Decarli e di voler incontrarsi al più presto con lui per studiare il da farsi . Qualche idea, chiediamo?
«Penso che la formula migliore sia chiudere alla pausa pranzo - afferma Andreatta - e tenere aperto magari fino a metà pomeriggio. La basilica è la sede in cui si è tenuto il Concilio di Trento e rientra anche nei tour dei turisti, perciò è nostro dovere che rimanga aperta. Ripeto, il mio impegno a trovarci e trovare una soluzione è assicurato».
Chi è in prima linea ogni giorno con i furti, danneggiamenti e sporcizia, è il sacrestano Marco Toniolatti. Racconta che i tentativi di rubare le offerte hanno periodi di alti e bassi, ma sono costanti. «Nelle scorse settimane - riferisce - ci sono stati 3 tentativi prima del furto vero e proprio, e altrettanti dopo. Il furto risale a sabato 7 ottobre e non è casuale. Questi episodi sono da mettere in relazione ad una nuova ondata di arrivi di persone dall’Est. Si tratta di professionisti, che per forzare le cassette usano martello e piede di porco. Ma la cosa peggiore è che i malviventi tengono sott’occhio i fedeli per capire chi fa offerte in moneta o con banconote. Ed è chiaro che agiscono quando capiscono che le offerte sono più consistenti». Un elemento, quello descritto, che dà l’idea della pericolosità della situazione di Santa Maria. Conclude Toniolatti: «Bisogna avere il coraggio di agire, ma non con il Daspo, che non serve, ma con controlli ed azioni più severi».