Rovereto, ecco il nuovo centro giovani

Gestito dai «nuclei di coordinamento». Appello per trovare i componenti



ROVERETO. Per l'autunno il centro giovani, nell'ex parrocchia di San Giuseppe, al Brione, sarà pronto. Il primo esempio "responsabile", capace di autofinanziarsi. Coinvolgerà ragazzi dai 16 ai 30 anni. Non sarà un centro sociale, nè un centro di aggregazione. Ma una struttura, gestita da "nuclei di coordinamento" fra le varie attività. L'assessore Filippi: «Entro dieci giorni vogliamo iniziare i colloqui delle persone o dei gruppi interessati».

L'appello dell'assessore alla contemporaneità, Luisa Filippi, vuole stimolare l'interesse delle tantissime associazioni che gravitano sul territorio roveretano, oltre alle 24 del piano giovani. Gestire un centro giovani non è così semplice, come si potrebbe pensare. Sarà creato un comitato organizzativo, basato su "nuclei di coordinamento", formato dagli esperti di "Finis terrae", un'agenzia di Arona (Novara). Marco Martinetti, esperto nel lavoro sull'apprendimento cooperativo, terrà un corso, gratuito, di 10 lezioni fra febbraio e maggio. Il cantiere per la ristrutturazione dell'ex parrocchia San Giuseppe, nel quartiere del Brione, sta bruciando le tappe. «Pensavo terminasse nel 2013, invece entro fine anno sarà tutto concluso - premette l'assessore Filippi - ecco perché dobbiamo cominciare a ragionare sul modello di gestione del centro giovani». «È il primo esempio in Trentino finanziato dalla legge del 2007 - ammette Francesco Pancheri del dipartimento istruzione della Provincia - è una sfida per il futuro. Le varie associazioni, insieme, si dovranno impegnare a far vivere il centro, che dovrà autofinanziarsi anche con attività commerciali interne».

Il centro giovani al Brione si sviluppa su tre piani, circa 1200 metri quadri di superficie utile. Saranno realizzate una sala video, due sale di registrazione «molto insonorizzate», un internet caffè e una zona biblioteca. All'esterno, sarà creato un giardino con tavoli. Al primo piano, sulla terrazza saranno distribuiti tavoli e sedie. Sarà uno spazio aggregativo accessibile a tutti, che si completerà e dialogherà, «in piena osmosi», sottolinea l'assessore Filippi, con il resto della città.

Una risposta concreta alla carenza di spazi per i giovani. «La struttura dovrà sostenersi con piccole attività artigianali interne - spiega Martinetti - il centro deve generare nuove risorse, per alimentare le iniziative di carattere musicale, culturale, artistico, non deve più consumare risorse pubbliche». Per questo motivo, occorre una «progettazione partecipata».













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