Roveré della Luna, strage di gatti
Quattro uccisi col topicida, altri cinque salvati, si cerca il colpevole
ROVERÉ DELLA LUNA. Una vera e propria strage quella che ha colpito nei giorni scorsi una colonia di gatti nel comune rotaliano. Erano una quindicina i felini che Fernando Brandoni accudiva a due passi da casa, ma nel giro di quarantotto ore ben 4 bestiole sono state ritrovate morte.
Altre tre ancora mancano all'appello. «Si tratta senza dubbio di avvelenamento da topicida- ha spiegato Roberto Guadagnini, veterinario di Mezzolombardo che ha seguito la vicenda fin dal primo momento e sta procedendo in questi giorni con l'iter legale - le analisi effettuate sugli animali portati qui dal proprietario hanno messo in luce che il sangue non coagulava più, causando emorragie spontanee, conseguenza tipica dell'ingestione del comune veleno per roditori».
Certo non è la prima volta che un gatto rimane vittima del diffuso rimedio contro le infestazioni, a volte l'avvelenamento è colposo, dovuto alla negligenza di chi non dispone le esche altamente appetibili in luoghi non accessibili ad altri animali ma, nel caso di Roverè della Luna, è facile scorgere l'intenzione di qualcuno di colpire proprio la colonia di felini: «Non mi risultano altri casi in zona, quindi è facile sospettare che, come purtroppo spesso accade, qualcuno nelle vicinanze non gradisse la presenza degli animali e abbia deciso di risolvere il problema con questo barbaro metodo».
Una vera e propria ritorsione dunque, contro innocenti bestiole, e oltre ad essere un gesto incivile ed ignobile è anche un reato penale. Come ancora pochi sanno infatti, i gatti, a differenza dei cani, non sottostanno all'obbligo di custodia dei padroni e sono liberi di circolare anche nelle proprietà private. Un qualsiasi atto violento nei loro confronti, compreso l'avvelenamento, è un maltrattamento potenzialmente punibile con una pena fino a diciotto mesi di reclusione e multe salatissime. L'intervento del veterinario ha permesso comunque di salvare cinque degli animali colpiti, e di fornire la prova certa dell'avvelenamento, che verrà segnalato al primo cittadino.
Sulla vicenda dunque non è ancora stata scritta la parola fine: le conseguenze per chi pratica questa vile tattica potrebbero rivelarsi peggiori di un gatto che passeggiava nell'orto, rispetto ad una denuncia penale.