Rotaliana, l’agricoltura è il futuro

La Comunità di valle punta al legame tra prodotti e turismo in base alle interviste con gli operatori


di Daniele Erler


ROTALIANA. L'agricoltura come settore per lo sviluppo turistico, e quindi la creazione di nuovi posti di lavoro. Procede per gradi la definizione del piano territoriale, lo strumento urbanistico della Comunità di valle, che, a metà strada fra i piani regolatori comunali e il piano provinciale, mira ad identificare le prerogative del territorio, per disegnarne poi il futuro nei prossimi vent'anni. In attesa che da Torino arrivino gli studi riguardanti il commercio, tema di grande attualità anche nel discorso politico, nelle scorse settimane sono state presentati, in un incontro a Mezzocorona, i dati relativi all'agricoltura, frutto delle ricerche legate alla definizione proprio del piano territoriale.

Ciò che emerge è che questo settore potrebbe in prospettiva divenire il traino del turismo locale, che in zona non vanta ancora una tradizione consolidata. La volontà è quella di creare una filiera ideale, composta dagli operatori agricoli (vignaioli, piccoli agricoltori e cooperazione), dagli operatori turistici e culturali (come il museo di San Michele o l'associazione Imperial Wines), dagli altri operatori economici (come i commercianti o gli artigiani della trasformazione), e infine dai cosiddetti “metaorganizzatori territoriali” (ovvero la stessa comunità di valle ed i comuni, la Fondazione Mach, il consorzio turistico e le Pro Loco, la strada del vino e tutte le altre categorie economiche).

Ma quali sono i presupposti, su cui costruire questo sviluppo turistico? La risposta si ritrova nelle interviste, che gli esperti hanno raccolto, contattando i vari portatori d'interesse locali. Secondo questi interlocutori, serve il contenimento del suolo agricolo, partendo innanzitutto dalla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, e dal riconoscimento del ruolo svolto dalle attività agricole nella manutenzione del territorio e del paesaggio rotaliano.

Ma il vero sviluppo passa dal marketing territoriale, un ampliamento e una valorizzazione delle tipicità locali, attraverso azioni mirate di promozione, e politiche di marchio e tutela dei prodotti tipici e biologici. In altre parole, la volontà è quella di rendere riconoscibile ed identificabile la Rotaliana, proprio attraverso la valorizzazione e la pubblicità dei suoi pregi agricoli, come volano per il turismo. Il modello è quello delle fattorie didattiche, del contatto diretto fra produttore e consumatore, sia quest'ultimo un residente o un ospite. Naturalmente, diviene essenziale anche la creazione di strutture adeguate, come agriturismi, bed and breakfast, o lo sviluppo di percorsi di trekking e cicloturismo. In questo senso, l'idea è anche di riuscire a creare nuove opportunità di lavoro, con nuove microimprese (anche per donne e giovani), nel settore agricolo, nel turismo, nei servizi, nell'artigianato della trasformazione alimentare e nelle attività di manutenzione del territorio. Nell'immediato futuro, c'è intanto l'intenzione di creare degli specifici focus group tematici, in grado di elaborare progettualità specifiche, relative proprio al settore agricolo.

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