Riva come Capri: "Cani schedati col Dna"
La proposta del leghista Bacchin per contrastare l'inciviltà dei proprietari
RIVA. Non si può negare che la situazione sia nettamente migliorata rispetto a dieci anni fa, ma sono comunque ancora troppi i proprietari che non raccolgono gli escrementi dei loro cani. Sono persone che non rispettano il prossimo prima ancora delle disposizioni amministrative in materia di igiene urbana. Che fare allora per convincerli? Il leghista Francesco Bacchin propone di aggiornare l'anagrafe comunale canina con il Dna di ciascun animale iscritto. In questo modo, se qualcuno sgarra, analizzando le feci abbandonate in strada sarebbe possibile risalire al cane e quindi al padrone.
Non è un'idea originale. Il consigliere rivano forse si è ispirato all'ordinanza che il sindaco di Capri ha emanato giusto un anno fa per avere ragione degli isolani ostinatamente sporcaccioni. Ma ci sono anche altri precedenti: risale al 2008 l'obbligo del test della saliva dei cani disposta dall'amministrazione di Vercelli, allo stesso anno la campagna sperimentale promossa a Tel Aviv per creare un database con lo striscio salivale dei cani. Esempi seguiti da altre città italiane alle prese con lo stesso problema, tra cui Bologna e Massa Carrara. Bacchin ha formalizzato la sua proposta in una mozione in cui premette che «la salute di chi vive nel nostro comune passa anche attraverso un'adeguata prevenzione dei contagi e un corretto comportamento igienico».
Questo a sottolineare che la mappatura risulterebbe utile anche a evitare infezioni provocata da malattie che dai cani, attraverso le feci, si trasmettono all'uomo come acylostoma, giardia, toxacara. Peraltro, ricorda il leghista, la legge prevede che al momento dell'iscrizione all'anagrafe canina (obbligatoria) venga effettuato un prelievo di sangue o saliva contro la leishmaniosi. Con lo stesso prelievo si potrebbe identificare il cane attraverso il Dna con un costo a carico del proprietario. Su questo punto si era informata l'associazione culturale di Merano che pure aveva sollecitato la costituzione della banca dati canina: 25 euro per l'estrazione del Dna da sangue, 35 euro il test sulle feci per rintracciare l'animale che ha sporcato e quindi il proprietario, il quale, ovviamente, pagherebbe questo oltre alla sanzione (che a Capri arriva fino a 1.500 euro) per aver ignorato le norme in vigore.