Rimessa a nuovo la sacrestia del Duomo
Lavori finiti in uno dei luoghi più «misteriosi» della Cattedrale. Dopo i muri, ora tocca a pavimenti ed arredi. Costo: 290 mila euro
TRENTO.. I lavori di restauro della sacrestia Capitolare del Duomo dovranno concludersi in tempo utile per l’inaugurazione che dovrà avvenire prima della settimana Santa. Per tutta la giornata di ieri sono stati presentatati i lavori di restauro dei muri, inizierà ora la messa in opera dei pavimenti e quindi degli arredi. Il costo totale dei restauri sarà di 290 mila euro, serramenti esclusi. Si è trattato di un particolare restauro archeologico in verticale – come ha spiegato il restauratore Carlo Emer – che aveva sia lo scopo di acquisire la maggior quantità possibile di materiale da analizzare, sia quello di differenziare i nuovi intonaci da quelli antichi per facilitare il lavoro di chi in prospettiva dovrà intervenire su questo locale. Una sacrestia dal fascino del tutto particolare, ma anche dei misteri, delle tante domande senza risposta che non permettono di creare uno sviluppo cronologico dei suoi più disparati utilizzi.
L’analisi è resa ancora più difficile perché nei secoli sono cambiati i livelli e modificate pavimentazioni e finestre. Per l’architetto Michele Anderle curatore dei lavori di restauro, pochi sono i punti fermi. Nel 1739 di certo la sacrestia era sede del Capitolo della Cattedrale. Nel 1071 fu consacrata in occasione della doppia consacrazione celebrata sugli altari delle cappelle sovrapposte di San Giovanni e San Biagio e faceva parte di un’unica casa torre inserita nella cinta di fortificazione della città. Dal tetto la prospettiva era più alta delle mura di Piazza Fiera e c’era quindi la possibilità di spaziare su tutta la piana sia a sud che a nord. Il fatto che i due muri più lunghi siano del tutto diversi tra loro e probabilmente costruiti a distanza di circa un secolo, fa pensare che in passato possa essere stata anche un’antica corte, poi sede dell’amministrazione della giustizia ed in tempi più recenti magazzino e deposito.
Sulla parete più antica, cioè quella interna, sono state trovate tracce di graffiti simili a quelli che i carcerati disegnavano sulle pareti delle prigioni. Ripercorrendo la storia della Cattedrale, inizialmente la Sacrestia dava su piazzetta D’Arogno dove si trovava anche il cimitero di Trento. Solo in un secondo momento fu spostata nella sede attuale e più volte oggetto di restauri anche radicali che hanno fatto perdere buona parte della memoria storica, come ad esempio la topografia romana. Decisamente misteriose sono una trentina di croci – visibili ed ancora ben conservate – che attualmente si trovano a metà muro, ma originariamente erano posizionate poco sopra il pavimento: “Sono state disegnate tutte sul muro originale, usando come base l’intonaco per lo stretto necessario – spiega Carlo Emer – sono molto simili, ma non uguali ed anche la distanza tra l’una è l’altra è diversa”. A osservarle è notevole la somiglianza con le croci simbolo dei Cavalieri Templari, ma si tratta solo di un’impressione. Nei prossimi giorni verrà riposizionato l’antico pavimento di rovere , verranno poi innalzate delle pareti a protezione degli antichi muri, sulle quali saranno appoggiati gli arredi originali e la Sacrestia Capitolare potrà ritroverà così l’antico splendore. (d.p.)