Riciclo degli abiti contro lo spreco: ecco cosa si fa a Trento
Raccolta a Gardolo, Povo, Ravina. E Atotus Hub in piazza Venezia promuove la slowfashion e l’acquisto consapevole
TRENTO. Anche il Comune di Trento, con lo spegnimento del Doss Trento, aderisce a M’illumino di meno, la giornata nazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili ideata nel 2005 da Rai Radio2 con la trasmissione Caterpillar. L’iniziativa, che dal 2005 si celebra ogni anno il 16 febbraio per diffondere la cultura della sostenibilità ambientale e del risparmio delle risorse, quest’anno è dedicata allo spreco energetico nel settore del fast fashion e alle alternative virtuose che promuovono il riuso e la valorizzazione degli abiti. Come ha spiegato l’assessora Giulia Casonato, supportata dai presidenti di tre Circoscrizioni e da una ragazza utente di Anffas accompagnata da un’educatrice, la missione è promossa anche da tre Circoscrizioni comunali, che hanno organizzato alcune iniziative per offrire una seconda vita a capi d’abbigliamento e non solo. Si tratta di un’iniziativa che ha una valenza non solo ambientale, ma anche sociale, visto che consente anche a chi si trova in condizioni economiche di difficoltà di ritirare gratuitamente abiti puliti e in buono stato.
A Povo, dal 2021, è attivo un punto di riuso permanente, che ha sede in una delle sale circoscrizionali ed è gestito da un gruppo di volontarie, sei per il momento, coordinate da una consigliera. È aperto tutti i lunedì e i giovedì dalle 14 alle 16. Ha un buon afflusso, sia di chi porta cose da regalare, che di chi le ritira per il proprio uso personale e familiare. Le volontarie fanno una selezione del materiale donato, con l'idea che debba essere in buono stato e ancora utilizzabile. Tra le cose accettate, oltre scarpe e abbigliamento, che vengono suddivisi per stagione, taglia e tipologia, come se fosse un vero negozio, vi sono giochi, articoli per la casa e piccoli elettrodomestici.
A Gardolo, nel febbraio del 2024, agli ex ambulatori di Canova in via della Canova, che erano in disuso da circa tre anni, è stato istituito il riuso permanente, gestito da quindici volontarie, che due volte alla settimana aprono le porte a chi consegna e chi prende. Vengono trattati vestiti da uomo, donna e bambino, oggettistica per la casa, coperte e tende puliti e in buono stato. Il mercoledì mattina le volontarie si ritrovano a sistemare tutti i materiali, mentre le aperture ufficiali sono tutti i giovedì dalle 14 alle 17 e tutti i sabati dalle 9 alle 12, festivi esclusi. Ogni apertura conta in media una cinquantina di persone che ritirano e una ventina che donano.
Da circa quindici anni, anche a Ravina, nella sala circoscrizionale di via Val Gola 2, grazie alla collaborazione di circa 20 volontarie, sono attive le Giornate del riuso, durante le quali la cittadinanza può ritirare vestiti, scarpe, accessori, tessili, giochi e oggettistica varia, donati da oltre cento persone, che nel corso del 2024 hanno partecipato agli ultimi giorni dedicati alla raccolta. A gennaio e febbraio, il sabato mattina, sono state organizzate tre aperture straordinarie dedicate al solo ritiro, alle quali hanno partecipato circa 240 persone. L’attività, che è temporaneamente sospesa, riprenderà nei prossimi mesi.
Atotus Hub. Tra le realtà impegnate a combattere lo spreco delle risorse vi è anche Atotus Hub, il primo hub in Italia dedicato ad acquisto e riciclo consapevoli, un progetto ibrido che vede la partnership del Comune di Trento e mette insieme impresa e terzo settore per innovare il mondo della moda e creare un nuovo modello di inclusione partecipativa nel nome della slowfashion. Per Atotus, infatti, la sostenibilità è reale se coinvolge tutte le sue dimensioni: ambientale, sociale ed economica. Tra le azioni messe in campo proprio in occasione di M’illumino di meno, il 13 febbraio Atotus Hub ospiterà nei propri spazi tre classi delle scuole superiori con un laboratorio dedicato alla comunicazione dei temi della slowfashion e al rapporto fra energia e moda sostenibile. Pochi infatti collegano la slow fashion anche a un minor impatto in termini di utilizzo delle fonti energetiche. In realtà, cotone e lana rigenerati, grazie al recupero di fibre usate, permettono un risparmio energetico nella catena di produzione del prodotto che può arrivare anche a un 60 per cento di energia risparmiata rispetto al tessuto vergine. L’Hub, inaugurato il 6 ottobre del 2023, ha aperto le proprie porte nel centro di Trento, in piazza Venezia 2, ed è un luogo di conoscenza, cultura ed economia circolare dove potenzialmente chiunque può diventare protagonista del cambiamento. All’interno di Atotus Hub le persone possono portare i propri capi usati (con determinate caratteristiche esplicitate sul sito web), guadagnare le monete digitali TIPs e acquistare capi sostenibili e Made in Italy. I capi raccolti vengono poi smistati per materiale e colore e indirizzati verso uno dei tre circoli virtuosi: riciclo, upcycling o riuso.
Atotus Hub non è solo un luogo di acquisto e produzione di capi sostenibili, ma prima di tutto uno spazio comunitario di buone pratiche aperto alla cittadinanza, che dall’apertura ha visto organizzati 11 corsi di cucito, riparazione e upcycling (per principianti e per i più esperti), oltre a 2 eventi di approfondimento sulla slow fashion. Da fine febbraio partirà il nuovo calendario dei corsi 2025, un'occasione per imparare e condividere strumenti e tecniche per allungare il ciclo di vita dei capi e ridurre il proprio impatto ambientale, ma anche per “fare comunità” e creare occasioni di socialità e scambio culturale. Grazie infatti alla collaborazione con il progetto PER.LA di Anffas e con la cooperativa Laboratorio Sociale, solo nell’ultimo anno in Atotus Hub sono state coinvolte in progetti di inserimento lavorativo venti persone con disabilità.
Nel 2024, nel Comune di Trento, Dolomiti Ambiente ha raccolto oltre 500 tonnellate di abiti usati e prodotti tessili, che se correttamente conferiti possono avere una seconda vita. Questi materiali devono infatti essere portati in uno dei centri di raccolta presenti sul territorio, compreso quello in tangenziale, da cui vengono inviati in centri di stoccaggio sul territorio nazionale, trattati e poi reimpiegati. C.L.