Raggiro telefonico salato Donna finisce a processo
Una residente della Rendena accusata di chiamate a sbafo per oltre 5000 euro Vittima un uomo delle Giudicarie a cui la signora avrebbe “rubato” le generalità
TRENTO. Una bolletta del telefono salta: oltre 5.500 euro, tra spese effettive e tasse, su consumi da rete fissa e mobile. Peccato che lui, un uomo delle Giudicarie, quelle chiamate non le avesse mai fatte. Non possedeva telefono fisso né tanto meno un computer, particolare non trascurabile in questa storia.
Eppure quel conto qualcuno voleva fosse pagato. A far emergere la vicenda era stato un atto di accertamento pervenuto da parte dell’agenzia delle entrate, in merito alle tasse sulle concessioni governative per l’utilizzo di telefoni cellulari. C’era il numero dell’utenza e c’era un gestore telefonico che chiedeva il saldo. Poco tempo prima di questa segnalazione, all’ignaro utente delle Giudicarie era arrivata anche una telefonata dal gestore stesso di telefonia, il quale verificava se fosse stato lui l’effettivo intestatario di quei numeri. Una rete fissa, una mobile, delle spese da onorare. Il gestore, puntualmente, notificava anche che su quelle linee c’era da saldare non solo una bolletta di oltre 5000 euro, ma anche un importo di circa 500 euro per la mancata corresponsione delle tasse di concessione governativa per l’utilizzo di telefoni cellulari.
L’uomo però il telefono fisso nemmeno lo aveva. Comunicò dunque che non avrebbe saldato un debito che certamente non aveva personalmente contratto. Qualcosa non funzionava. Così, l’ignaro utente delle Giudicarie, ha iniziato a fare delle semplici verifiche: un contratto a suo nome, in effetti c’era. Ma lui di quei numeri, un fisso ed un cellulare non sapeva proprio nulla. Così come non gli apparteneva nemmeno la mail in possesso del gestore, dal momento che, tra l’altro, l’uomo non possedeva nemmeno un computer. Da lì la querela nei confronti dei responsabili della truffa.
Ad orchestrare il tutto, telefonate a sbafo, sarebbe stata una donna straniera residente in valle Rendena. La signora è querelata per aver stipulato un contratto per l’erogazione di servizi telefonici a nome dell’ignaro utente delle Giudicarie. Si sarebbe finta una delegata dello stesso, titolata dunque a sottoscrivere un altro contratto, fornendo al gestore del servizio i dati e l’utenza telefonica già in uso da parte dell’ignaro utente che sarebbe stato quindi raggirato. La signora avrebbe usato dunque numero fisso e cellulare a suo piacimento, non pagando le bollette che, alla fine sono arrivate in carico all’uomo che ha sporto querela. (f.q)