Radio TrentinoInBlu, perdono il posto 3 donne
Ieri è stato raggiunto l’accordo: vanno a casa Antonella Carlin, Michela Grazzi e Sara Marcolla
TRENTO. La crisi di Radio Trentino In Blu, la radio del vescovo, si è chiusa nel peggiore dei modi. La proprietà, una cooperativa che possiede sia la radio che il settimanale della Curia Vita Trentina, già due mesi fa aveva annunciato la decisione di voler chiudere la radio con il taglio del personale. La decisione era stata giustificata con una perdita economica di 400 mila euro all’anno che aveva portato a un «buco» di tre milioni di euro. Dopo l’annuncio da parte della proprietà erano partite le trattative con i sindacati allo scopo di limitare il più possibile i licenziamenti. Per un certo periodo si era profilata la possibilità di percorrere la strada dei contratti di solidarietà. Ma, alla fine, sè arrivata alla decisione di tagliare tre posti di lavoro, tutti e tre appartenenti a donne, due assunte a tempo indeterminato e una collaboratrice storica da tanti anni. Il sindacato dei giornalisti, tramite il segretario Rocco Cerone, ha lottato a lungo per arrivare a una forma di garanzia anche per quest’ultima. A perdere il lavoro, da ieri, sono Antonella Carlin, che lavorava a Radio Trentino In Blu da sedici anni, Michela Grazzi e Sara Marcolla. Ieri, dopo una lunga trattativa, si è trovato l’accordo con il versamento di un’indennità alle tre colleghe. Resta l’amaro in bocca per una vicenda che avrebbe potuto andare in modo diverso. I colleghi del comitato di redazione di Vita Trentina e Radio Trentino In Blu hanno sempre criticato la gestione economica facendo notare che la parte pubblicitaria era fortemente deficitaria e che la gestione non era stata attenta all’aspetto degli introiti per troppo tempo. Per poi rendersi conto all’improvviso che i bilanci erano in rosso e arrivare alla decisione della chiusura. Ma il taglio dei posti di lavoro aggiunge l’ultimo e più doloroso capitolo, con la perdita del posto per tre donne su un totale di 7 colleghi, di cui uno distaccato da due anni all’ufficio stampa della curia.