Rabbi abbraccia la famiglia di Emilio

Folla ai funerali di Paternoster, il tecnico provinciale morto precipitando in un dirupo sul monte Pavione, in Primiero


di Elisa Salvi


RABBI. Una folla immensa, commossa e composta, si é stretta attorno ai familiari ed ha accompagnato fino al cimitero di San Bernardo la bara di Emilio Paternoster, il tecnico provinciale morto in una fatale scivolata mentre era sul monte Pavione, in Primiero, per tracciare i confini provinciali con le nuove tecniche digitali.

L'intera Val di Rabbi ha voluto dare l'ultimo saluto ad Emilio, facendo sentire la propria vicinanza e solidarietà all’anziana madre Maria e alla sorella.

La tragedia che ha avuto luogo la mattina di giovedì sulle montagne del Primiero ha sconvolto non solo la Val di Rabbi, terra natale di Emilio, ma anche l'intero ufficio geocartografico della Provincia, dove Paternoster lavorava da oltre 30 anni.

Nella mattinata di giovedì, infatti, Emilio era in trasferta con altri tre colleghi dell'ufficio geocartografico sul monte Pavione, dove è avvenuta la tragedia.

Attimi di paura, sofferenza e concitazione per i colleghi Corrado, Stefano e Lorenzo, presenti sul luogo dell'incidente, che fino alla constatazione della morte hanno sperato, come racconta durante la celebrazione funebre uno dei colleghi, che Emilio potesse risollevarsi anche da quella caduta, come aveva già fatto in precedenza molte altre volte.

«Quarantasei gradi 8 primi latitudine nord e 11 gradi 54 primi 20 secondi longitudine est, le coordinate del luogo dove ci sei scivolato via. Noi eravamo tutti in diretta via radio - racconta commosso il collega alla folla- seguivamo l'uscita dall'ufficio. Sono stati momenti agghiaccianti. Abbiamo dato subito le coordinate all'elicottero perché potesse agire in fretta, speravamo che potesse servire, ma quando l'elicotterista ci ha comunicato che non c'era niente da fare, il gelo è calato nell'ufficio».

«Emilio- prosegue ancora il collega ed amico- era un montanaro vero. Deve essere successo qualcosa. Era un fotoamatore, magari aveva colto qualcosa di particolare che aveva attirato la sua attenzione, causando invece quella disattenzione fatale che ce lo ha strappato».

Emilio Paternoster era conosciuto da tutti, lo ha ricordato anche don Renato nell'omelia, come una persona solare, sempre disponibile, dedita al suo lavoro e grande amante della montagna e dello sport.

«Da giocatore di calcio -ricorda l'amico- non ti piaceva perdere. Altre volte eri caduto e ti eri fatto male, ma ti sei sempre rialzato. Giovedì invece non é stato cosí e quando ti ho visto nella camera mortuaria non avevi un volto sereno come al solito, eri arrabbiato, non ti é mai andato giù di perdere, da stopper quale eri. L'ufficio senza di te é vuoto, zoppo, ma noi andiamo avanti, fieri del nostro lavoro. Grazie Emilio».

«Eri un tecnico preparato - prosegue un altro collega - capace, una persona con cui era facile parlare. La tua passione e lo spirito di servizio ti hanno portato ad essere lí, ma ora é difficile lasciarti andare».

A portare le proprie condoglianze e quelle del presidente Dellai alla famiglia della vittima c’erano anche l'assessore provinciale al personale Mauro Gilmozzi ed il dirigente Silvio Fedrigotti, oltre a molti esponenti della politica locale come l’ex sindaco di rabbi e oggi consigliere provinciale Franca Penasa e la responsabile della Centrale unica emergenza Luisa Zappini, queste ultime due originarie, come Emilio Paternoster, della Val di Rabbi.

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