Pullman vecchi, ecco le foto choc

Pneumatici consumati e cinture di sicurezza fai-da-te: questi mezzi trasportano ogni giorno passeggeri ignari


di Marta Franceschini


TRENTO. «Le dichiarazioni rilasciate dall'imprenditore Giorgio Dellai, apparse venerdì sul Trentino, non ci sorprendono, né ci colgono impreparati. Dalla nostra esistenza (giugno 2011), abbiamo più volte denunciato lo stato in cui versa il settore dell'autonoleggio nella nostra Provincia». Comincia così un lungo comunicato del Sindacato di base Multicategoriale e firmato da Fulvio Flammini, Umberto Gottardi, Antonio Faella e Daniel Agostini. Una presa di posizione condita da una serie di foto choc sul degrado in cui versano diversi pullman appartenenti ad alcuni autonoleggiatori della nostra Provincia. Foto che non fanno altro che confermare quanto lo stato di manutenzione dei pullman privati trentini sia tutt’altro che impeccabile.

I mezzi in questione non sono soltanto pullman gran turismo, che vengono affittati privatamente dalle comitive per andare in gita. I servizi scolastici della nostra Provincia, infatti, non sono curati dalla Trentino Trasporti Esercizio, ma sono stati dati in appalto al Consorzio Trentino Autonoleggiatori (Cta). Ciò significa che i veicoli che fanno servizio scuolabus appartengono a dei privati.

Dato che non esistono né norme né regole nei bandi d'appalto che vietino il servizio di pullman che hanno raggiunto un certo limite di età o di chilometraggio, è possibile trovare in circolazione veicoli anche molto vecchi. Ciò è stato confermato dalle dichiarazioni, pubblicate ieri sul Trentino, di Stefano Montani della Filt Cgil del Trentino. Secondo quanto affermato è usuale che la Trentino Trasporti alieni i bus di età superiore ai quindici anni e con un alto chilometraggio. Questi stessi bus vengono poi rivenduti ad aziende private che, dopo averli reimmatricolati, li trasformano in pullman da noleggio spesso adibiti a servizi di trasporto pubblico di linea.

Il Presidente del Cta Lorenzo Laner e il Presidente della Categoria Autonoleggiatori dell’Associazione Arigiani e Piccole Imprese Enrico Ravanelli hanno affermato che la vecchiaia dei pullman e i numerosi chilometri da loro percorsi non influiscono sulla sicurezza del mezzo. Per questo motivo, essi dicono, le attuali disposizioni sulla sicurezza dei pullman stabilite dalla Provincia sono più che sufficienti.

Le fotografie fornite dal Sindacato di base Multicategoriale dimostrano però che le norme stabilite dalla Provincia di Trento riguardo la circolazione dei pullman non sono adeguate. I mezzi che svolgono un servizio pubblico o per conto di un ente pubblico devono essere revisionati due volte all'anno presso la Motorizzazione di Trento, ma ciò non è garanzia della qualità dei veicoli. Tutte le vetture fotografate, infatti, hanno passato la revisione, ma presentano in ogni caso diversi problemi.

In circolazione si possono quindi trovare veicoli che, oltre ad avere i pneumatici completamente lisi, sono stati riparati amatorialmente. Emblematico è il caso di un autobus in cui la cintura del posto invalidi è stata aggiustata legandola ad un sostegno: «è come viaggiare sulla propria autovettura legati con una corda al sedile anziché utilizzare le cinture di sicurezza» sottolinea Fulvio Fiammini.

È da diversi anni che i sindacati denunciano, senza essere ascoltati, le irregolarità di numerosi pullman di linea e non di linea. «Sarebbe assolutamente necessario un cambiamento» afferma Vittorio Brol della Cisl «in questa situazione, infatti, tutte le aziende, anche quelle che non garantiscono la sicurezza, possono fare trasporto pubblico».

Il comunicato del Sindacato di base Multicategoriale, però, non dimostra soltanto che il sistema attuale non è in grado di verificare in modo esaustivo la sicurezza dei mezzi di trasporto. Anche il servizio degli autisti dei pullman, infatti, non è controllato a sufficienza. Non è inusuale, infatti, che gli autisti guidino per più di dieci ore di fila. Il Regolamento CE del 15 marzo 2006, n. 561 stabilisce però che si possa guidare non oltre le 4,5 ore consecutive con un tetto di nove ore al giorno. Tale norma viene infranta più frequentemente di quanto non si pensi e ciò è facilmente occultabile se molti mezzi dispongono ancora di “scatole nere” analogiche che registrano su carta, materiale facilmente deperibile. Tutti questi dati dimostrano che le attuali norme non sono sufficienti a tutelare la sicurezza sulle strade. È necessario un intervento.













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