Provincia, assunzioni per gli under 30
Pensionati, uno su cinque sarà sostituito: si vogliono sperimentare i contratti di apprendistato per far entrare i giovani
TRENTO. Non solo prepensionamenti in Provincia: 200 in due anni, quelli annunciati lunedì dal presidente Ugo Rossi, necessari per ridurre l’organico di 600 dipendenti e a regime far risparmiare alle casse sempre più magre di Piazza Dante 9,5 milioni di euro all’anno (su un totale di 20 milioni di risparmi comprensivi anche dei pensionamenti ordinari).
Quella che si va profilando è una graduale «operazione svecchiamento» della pubblica amministrazione, che consentirebbe alla pubblica amministrazione di incamerare professionalità giovani dotate di quelle competenze (dalle lingue straniere al mondo digitale) che i dipendenti più in là con gli anni faticano ad apprendere.
I 200 che andranno in prepensionamento - su base volontaria, ma se non si dovesse raggiungere l’obiettivo sarà la Provincia stessa a scegliere chi collocare a riposo anticipato - non possono evidentemente, per legge, essere sostituiti. Possono esserlo invece parte dei 452 dipendenti che arriveranno alla pensione nei termini ordinari previsti dalla riforma Fornero. La loro sostituzione avverrà al ritmo di un nuovo assunto ogni 5 che andranno in pensione. Ed è su come procedere a queste nuove immissioni che si gioca l’operazione svecchiamento di cui parliamo.
Lo strumento che la giunta vorrebbe sperimentare, almeno per una parte delle 80 assunzioni previste, è il contratto di apprendistato, che permette di assumere giovani entro i 29 anni: si tratterebbe di una sperimentazione assoluta nella pubblica amministrazione. La legge nazionale lo prevede, ma manca ancora un decreto attuativo e dunque non è ancora applicabile.
Gli uffici provinciali stanno ancora studiando la percorribilità della norma a livello trentino: la Provincia può vantare una competenza primaria sul personale pubblico e parziale in materia di apprendistato, due condizioni che potrebbero facilitarne il ruolo di apripista nella sperimentazione.
Attualmente infatti i concorsi pubblici non possono prevedere un vincolo di età. L’apprendistato consentirebbe invece di assumere personale giovane e ridurre così l’età media dei dipendenti provinciali, che oggi è di 48 anni. Non solo: il contratto di apprendistato prevede un minimo di 40 ore di formazione.
Uno strumento che andrà di pari passo con un altro canale, in questo caso già previsto dalla Provincia, la «staffetta generazionale»: ovvero la possibilità per chi ha raggiunto i 60 anni di lavorare part-time (tra 18 e 30 ore settimanali) e lasciare il resto delle ore a un giovane neoassunto, pur mantenendo inalterati contributi pensionistici e Tfr. Un modo di favorire un ricambio generazionale e un passaggio delle competenze dai dipendenti anziani ai giovani.
In Provincia avevano calcolato che vi fosse l’interesse di almeno 300 dipendenti, ma ad oggi le domande arrivate sono state solo 6 (Trentino di ieri, ndr). I motivi? Di due tipi, analizzano gli uffici: una parte dei dipendenti con i requisiti per accedere alla staffetta sono gli stessi interessati dai futuri prepensionamenti, e quindi sono rimasti in attesa. C’è poi la crisi economica con il blocco - da anni - degli stipendi dei dipendenti pubblici, per cui molti, magari con figli che stanno ancora studiando o non hanno un lavoro stabile, preferiscono tenersi stretto il proprio posto fisso a tempo pieno.
Intanto la prossima settimana il governatore Rossi e il dirigente del personale Luca Comper incontreranno i sindacati per presentare il piano di riorganizzazione che comprende anche la novità dei dirigenti a tempo. Quanto ai 200 prepensionamenti, è già stata stilata un’ipotesi di numeri, per strutture e aree professionali, sulla base delle indicazioni ricevute da ciascun dirigente. Un piano la cui filosofia potrebbe essere riassunta così: meno risorse, meno personale ma con nuove leve e nuove competenze.
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