Pronto soccorso, nuovi aumenti per i ticket
In arrivo il giro di vite sui codici bianchi per recuperare un milione di euro. Per le assunzioni stanziati 9 milioni, ma la previsione di spesa è di 4,2 milioni
TRENTO. L’Azienda sanitaria è autorizzata ad iscrivere nel proprio bilancio di previsione 2016 entrate proprie aggiuntive rispetto al 2015 derivanti da compartecipazioni alla spesa (ticket) per un milione di euro. Lo scrive la giunta provinciale nelle direttive all’Azienda per il 2016 approvate venerdì scorso.
Il ticket riguarderà l’accesso al Pronto soccorso: una commissione è al lavoro per arrivare nel corso del 2016 ad una proposta di revisione secondo «una logica di maggiore appropriatezza negli accessi», chiarisce l’assessore alla salute Luca Zeni, «non si metteranno ticket in generale, ma in maniera puntuale». Il problema del resto è noto da anni: sono 40 mila i pazienti che ogni anno - pur non avendone bisogno - si presentano al pronto soccorso per chiedere assistenza. Sono i «codici bianchi», cioè pazienti che (secondo il protocollo) non hanno problemi urgenti e non sono in pericolo.
All’ospedale Santa Chiara sono addirittura il 30%, quasi uno su tre, un numero decisamente superiore a quello degli ospedali trentini, una differenza che si spiega con i criteri più severi adottati al S.Chiara, laddove negli ospedali periferici molti pazienti vengono classificati «codice verdi». Chi entra in codice bianco deve sopportare tempi di tempi d'attesa più lunghi e soprattutto il pagamento del ticket che va da 25 euro (per la sola visita) a 75 euro (se sono necessarie prestazioni strumentali o specialistiche). Ma ci sono molte situazioni che danno diritto all'esenzione dal ticket e allora anche i bianchi si mettono in coda (gratis) per farsi visitare al pronto soccorso. L’assessore Zeni citò per esempio, qualche tempo fa, i pazienti che hanno un'esenzione per patologie specifiche che nulla hanno a che fare con l'accesso al pronto soccorso.
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Tetti di spesa. Nelle direttive l’Azienda è chiamata a proseguire il piano di miglioramento ma anche a intraprendere «ulteriori azioni per contenere la spesa corrente». Lo stanziamento a bilancio per il prossimo anno ammonta a 1.088.882 euro, circa 20 milioni in meno del 2015. L’Azienda è chiamata a rispettare i seguenti tetti di spesa: 447, 5 milioni per il personale, 153 milioni per l’acquisto di beni (farmaci e prodotti sanitari), 108 milioni per servizi, 66 milioni per l’assistenza farmaceutica convenzionata.
Consulenze. Il tetto è di 5,6 milioni per incarichi e consulenze sanitarie, mentre si ferma a 200 mila euro per le consulenze non sanitarie. Il risparmio dovrà essere di almeno il 10% sulle spese discrezionali (convegni, manifestazioni, pubblicazioni). Per l’acquisto di arredi e la sostituzione di auto non si potrà superare il 50% della spesa media del triennio 2010-2012.
Personale. Capitolo a parte quello del personale, che da settimane infiamma la cronaca dopo la riorganizzazione degli ospedali di valle decisa per far fronte alle nuove regole sui riposi dei medici. La delibera quantifica in 4,2 milioni la spesa presunta per le assunzioni nel 2016 autorizzate dalla giunta a fine novembre (con lo stanziamento di 9 milioni), in attesa dei nuovi concorsi - in scadenza il 30 dicembre - banditi per garantire il personale degli ospedali periferici sull’urgenza-emergenza e i punti nascita.
Per garantire la copertura dei servizi fondamentali, l’Azienda è autorizzata a coprire al 100% il turn over del personale sanitario e degli Oss e dovrà proseguire il piano di assunzioni per la messa a regime del Centro di protonterapia. Confermato anche per il 2016 invece il blocco totale del turn over per il personale non sanitario.