Prima giornata di caccia, ma gli animali si fanno desiderare
La pioggia della notte li ha fatti rimanere nascosti Pezzato: «Va bene lo stesso, e non ci sono stati incidenti»
TRENTO. A dispetto della splendida giornata di sole, quella di ieri non è stata una prima di caccia fortunatissima. Colpa della pioggia della sera e della notte precedente, insieme alle temperature calate vistosamente in montagna, con vento in quota e anche neve sopra i 2.200 mila metri: il freddo e la pioggia hanno fatto sì che gli animali restassero piuttosto fermi, coperti, guardinghi, e si sono fatti desiderare dalle 6338 doppiette trentine.
Se tradizionalmente la giornata d’esordio porta ai cacciatori un bottino di qualche centinaio di capi, ieri non ci si è discostati molto. «Va bene lo stesso - commenta nel pomeriggio il presidente dell’Associazione cacciatori Carlo Pezzato - non lamentiamoci, la selvaggina c’è, giustamente è libera e certo non è lì attaccata ad una pianta che ti aspetta. Siamo nella norma, sono state fatte delle buone catture ma non eccezionali». Pezzato ieri ha puntato la sveglia alle 5 ed è andato a caccia insieme al padre novantenne, nella riserva di Vallarsa: «Una bellissima domenica in montagna, non ho fatto carniere ma questo poco importa. Ci siamo goduti un’alba meravigliosa e siamo rientrati a casa per pranzo». Ma la voglia di portare a casa un bottino nel giorno di apertura della stagione venatoria evidentemente si fa sentire se Pezzato aggiunge: «Vediamo se le condizioni ce lo consentano, magari un paio d’ore all’imbrunire riusciamo a farle».
L’esordio è stato soprattutto positivo dal punto di vista della sicurezza: «Non ci sono stati incidenti, né ci sono state segnalate irregolarità, ed era una delle cose a cui tenevamo di più», ricorda Pezzato. Tutti operativi i 32 guardacaccia della vigilanza dell’Associazione, in servizio spesso congiunto con i forestali, per assicurare i controlli sia sui capi abbattuti (per accertarsi che corrispondessero alle caratteristiche del piano) sia sui cacciatori, per verificare che fossero in possesso delle autorizzazioni necessarie e smascherare eventuali atti di bracconaggio.
Per quanto riguarda le assegnazioni di questa stagione di caccia, sono 6646 i capi di capriolo che si potranno abbattere (rispetto ai 6334 del 2014, anche se 8 distretti hanno preferito ridurre i prelievi), 2179 capi di cervo (contro i 2308 dell’anno scorso) e 3601 camosci (contro i 3559 dell’anno scorso). A livello provinciale sono 209 le riserve di caccia, con 7 ambiti su 28 colpiti dalla rogna sarcoptica: qui i limiti di abbattimento sono stati diminuiti per favorire una selezione naturale e la nascita di un ceppo più forte.
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