Presa la banda dei furti in città
Il blitz. La squadra mobile ha arrestato tre giovani topi d’appartamento in un covo in via delle Missione Africane. Avevano un chilo di gioielli d’oro e 8 mila euro in contanti. La casa era circondata di telecamere per non farsi sorprendere. Giravano su una lussuosa Audi A6
Trento. Avevano organizzato un vero e proprio covo blindato in via delle Missioni Africane, con un sistema di videosorveglianza e telecamere per evitare di essere sorpresi. E dentro c’era un tesoro di un chilo d’oro in gioielli e monili, mille euro e 7 mila euro in franchi svizzeri in contanti. Ma tutte le precauzioni sono state inutili. Gli uomini della squadra mobile della Questura di Trento diretti da Tommaso Niglio li hanno beccati ieri mattina, dopo giorni di pedinamenti e appostamenti, smantellando quella che probabilmente è la banda che ha messo a segno numerosi furti in città in queste ultime settimane, soprattutto nelle zone residenziali e in collina. A finire in manette in flagranza di reato di ricettazione sono stati tre cittadini albanesi, due uomini e una ragazza che probabilmente faceva il palo, mentre i due giovanotti svaligiavano le case. Si tratta di Dionis Sandu, Albert Hasmeziraj e Valbona Teodori, rispettivamente di 28, 31 e 26 anni. Residenti a Trento e a Milano. Per spostarsi usavano una lussuosa Audi A6 quattro per quattro bianca che ieri era parcheggiata sotto casa. Gli agenti li hanno sorpresi ieri nel covo mentre stavano per partire. Avevano già fatto le valigie e stavano per dileguarsi forse per rientrare in Albania per il Natale o forse avevano sentito puzza di bruciato e volevano semplicemente fuggire. Ma non sapevano che la polizia li stava tenendo d’occhio da qualche settimana in attesa del momento giusto. Gli agenti della mobile, infatti, avevano individuato l’Audi bianca ed erano riusciti a installarci un gps per seguirne i movimenti. Così sono arrivati al covo e poi hanno pedinato i due uomini. Hanno visto che non sempre i tre dormivano nell’appartamento in collina, ma che lo usavano come base logistica. E infatti, oltre a decine e decine di gioielli, collanine, immagini sacre in oro e ai soldi gli uomini della mobile ci hanno anche trovato arnesi da scasso, passamontagna, arnesi per smontare i preziosi e anche 25 proiettili calibro 7,65.
Ma, visto il sistema di videosorveglianza installato dai topi di appartamento, gli agenti hanno dovuto usare mille precauzioni, in una specie di gioco delle parti rovesciato. Il sospetto della polizia è che vi siano ancora dei complici. La casa era stata presa in affitto da un’altra ragazza albanese che non è neanche indagata. Il capo della Mobile, Niglio, spiega che è stato un lavoro complesso, ma anche rapido perché c’era la necessità di porre fine all’ondata di furti che stava esasperando la città, anche per questo l’hanno chiamata operazione Safe Cristmas: «Abbiamo voluto regalare ai trentini un Natale sicuro ai trentini. Ci tenevamo molto e devono ringraziare i miei uomini che in queste settimane hanno lavorato senza guardare a turni e orari. Grazie alla loro capacità investigativa siamo riusciti a individuare i membri della banda e poi abbiamo avuto la pazienza di aspettare il momento buono per entrare in azione. Ieri mattina si sono riuniti tutti e tre in casa e abbiamo deciso il blitz. Abbiamo ragione di ritenere che abbiano colpito a Trento, ma anche fuori città». E, a giudicare dal bottino, i furti messi a segno in queste ultime settimane sono stati parecchi. C’erano collane, anelli, braccialetti e preziosi. Tutti frammenti di vita strappati ai legittimi proprietari per essere portati in Albania e essere fusi. La banda, infatti, viene considerata la classica batteria di ladri in trasferta. Un gruppo che sceglie una città per ripulirla e poi andarsene, ma per il momento dovranno restare dietro le mura del carcere di Spini di Gardolo.