«Per l’addio a Nicky vorremmo il reggae: amava tanto la vita»
Il fratello di Quadrini, Alessio, leggerà una lettera al funerale. «Nelle sue ultime parole un pensiero pieno di dolcezza»
TRENTO. Potrebbe risuonare qualche nota reggae domani alle 10, al cimitero di Trento, per il funerale di Nicola Quadrini, il ragazzo di 23 anni rimasto vittima di un incidente in scooter nella notte tra giovedì e venerdì in via Bolzano. Piacerebbe tanto ai suoi familiari: a mamma Tina, addetta alle pulizie al tribunale di Trento, a papà Gianfranco, operaio alla Siemens, e al fratello Alessio, agente della polizia locale di Lavis. «Non sappiamo se si potrà fare, ma sarebbe bello ricordarlo con la sua musica», dice Alessio. «Sicuramente ci saranno delle cornici elettroniche dove verranno mandate a rotazione le sue foto della sua vita. E’ un’idea del suo migliore amico, Davide». Gli amici leggeranno delle frasi a lui dedicate e Alessio una lettera che ha già scritto. «Parte con il mio risveglio quella notte, per poi soffermarsi sulla sfortuna che ha avuto Nicola. Io lo vedevo poco: la sua passione erano gli amici e viaggiare. Il fatto che l’abbia visto l’ultimo giorno, l’ultimo pomeriggio, è stato un caso: siamo anche passati da quella strada assieme, perché l’avevo accompagnato alle 6 dalla zia a Gardolo». La voce di Alessio è ferma, ma piena di dolcezza: «Viaggiava per il piacere di conoscere l’altro. Aveva lavorato a Valencia, voleva uscire da Trento, città che per lui offriva poche opportunità ai giovani, anche lavorative. Era stato in Spagna, Francia, Inghilterra e Olanda. Era il mago della Ryanair: 52 euro andata e ritorno a Parigi con l’ostello. Si accontentava di poco e non era condizionato dall’ansia di trovare il posto fisso: giovedì avrebbe dovuto andare in val di Non a fare la copertura della casa dei nonni di un’amica. Si trovava sempre davanti a persone che lo giudicavano per i capelli rasta, ma non era affatto trasandato. Non dava peso all’apparenza e ammiro il fatto che per principio non se li fosse mai tagliati, dal settembre 2006. Gli piaceva il modo di vivere e la serenità della Giamaica. Gli dicevamo sempre: tu così vivrai sempre 150 anni... Mi ha colpito che l’ultima cosa che ha detto, alla ragazza che era con lui, sia stata: “Hai bisogno di qualcosa?”. Era gentile e umile». Aveva la moto da ottobre, Nicola: «E’ della mia ragazza, un catorcio. Non era esperto e quindi andava piano».